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Sono nata a Casablanca, grande città capitale economica del Marocco. La mia città è piena di gente di tutti i colori: africani, europei, americani… È una città famosa per l’immigrazione, come Milano in Italia: la gente viene da tutte le parti per cercare lavoro e avere una vita migliore, immaginando che questo sia un diritto per tutti. Ho vissuto tra musulmani, cristiani ed ebrei: il Marocco è multietnico e in tutta la sua storia tanta gente è venuta da ogni dove per motivi sociopolitici. È anche un ponte tra la madre Africa e l’Europa, continente della libertà e dell’innovazione industriale e scientifica, la terra dei sogni.

Dicono che il nostro paese è il paese dell’ospitalità e della generosità. Abbiamo la buona cucina e il nostro cous cous è famoso in tutto il mondo, come il film americano “Casablanca” o il nostro tè verde alla menta, che per noi non è solo una bevanda calda per la merenda, ma anche un momento di svago per le donne marocchine che si incontrano tra amiche e vicine per parlare del quartiere e chiacchierare.

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Sole e arcobaleno

Nel mercato delle spezie si sente il profumo del zenzero e dello zafferano, che arriva lontano chilometri, e, a proposito di mercato, tra la frutta e la verdura non dimenticare di assaggiare l’oliva verde e nera e il nostro olio di oliva con un pezzo di pane. Siamo anche il paese dell’olio di argon, anche se per me si chiama “olio d’oro”.

Mi ricordo ancora il raggio del sole e il calore di una giornata d’estate, un’atmosfera unica e naturale. E mi ricordo ancora la spiaggia e il mare vicino casa. Sul mare è costruita la grande moschea di Hassan II: una bellezza unica. Abbiamo due mari, l’Atlantico e il Mediterraneo, quindi per l’amante del pesce il Marocco è il posto ideale: ci sono ristoranti di pesce dappertutto, con prezzi bassi e ottima qualità.

Purtroppo, nonostante questa bellezza e ricchezza culturale, nonostante la posizione geografica e strategica del nostro paese, manca la bandiera arcobaleno, il simbolo della libertà sessuale e del diritto di vivere tranquilli e sereni la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale, senza pregiudizi e senza rischiare la galera.

marocco rivoluzione queer pugniÈ morta Sarah

L’attivista araba Sarah Hegazi ha provato ad alzare la bandiera arcobaleno in un concerto di musica in Egitto, un altro paese abitato dai nostri fratelli arabi dove lei è nata e cresciuta. Adesso Sarah è morta in Canada, lontano dal suo paese, lontano dalla sua famiglia. Sarah doveva essere uguale a tutte e invece non aveva il diritto di scegliere il proprio colore dell’arcobaleno, non poteva vivere serenamente e liberamente il proprio orientamento sessuale.

Per lei la società araba aveva già progettato tutto: per lei l’ideale era finire gli studi, trovare il marito giusto e avere figli, come vuole la classica storia della donna araba. Forse avrebbe potuto lavorare anche lei come il marito, ma mettendo il velo, per dimostrare di essere una donna onesta e rispettosa della tradizione.

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Ladre d’amore

Torniamo in Marocco. Qui l’arcobaleno c’è sempre stato quando guardi il cielo dopo la pioggia. Puoi negarlo, puoi fare di niente e chiudere gli occhi, ma non puoi cancellarne l’esistenza. Come ci sono sempre stati dei “fantasmi” nella nostra società: la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) esiste, ma è nascosta, perché la nostra cultura e tradizione non permette la libertà sessuale, soprattutto quella della donna araba musulmana. In Marocco si può avere tutta la libertà condizionata che si vuole, ci può fare tutto, basta che sia di nascosto per proteggere l’immagine culturale tradizionale del nostro paese. E così due ragazze marocchine che si amano diventano ladre di un amore proibito.

H. M.
©2020 Il Grande colibrì
immagini: elaborazione da Abdelmalek er (CC BY-SA 4.0)

One Comment

  • Nadia ha detto:

    Hai raccontato il tuo Paese in maniera molto poetica. E in tutta questa bellezza e poesia, hai infilato l’arcobaleno. Che esiste sia come evento atmosferico sia come bandiera Lgbt. Molto bella davvero la tua riflessione. So per Fede che la bandiera arcobaleno un giorno sventolerà anche a Casablanca. E veramente sarà un luogo dove tutti i colori sono benvenuti😊
    E allora tutte le moschee, le sinagoghe e le chiese, daranno il benvenuto a tutt*, non importa quale sia l’orientamento sessuale/affettivo o l’identità di genere.

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