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L’attivista per i diritti LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) Yulia Tsvetkova ha ricevuto minacce da Saw, il noto sito internet specializzato nella caccia alle persone coinvolte nella difficile battaglia per l’affermazione di questo tipo di diritti civili in Russia. Secondo quanto ha scritto nel suo profilo Facebook, Yulia sarebbe stata minacciata e le sarebbero stati richiesti 250 bitcoin (circa 2 milioni di euro), da pagare entro il 31 marzo. “Non so se preoccuparmi per le minacce – ha commentato lei – o se rallegrarmi per valere così tanti soldi”.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto più volte alle autorità russe di indagare su Saw (soprattutto dopo l’omicidio di Elena Grigoryeva, la militante bisessuale assassinata lo scorso anno a San Pietroburgo dopo aver ricevuto minacce simili), ma sempre invano.

Le autorità russe hanno mostrato ben altro tipo di efficienza, invece, nell’indagare proprio Yulia Tsvetkova, a causa di un gruppo femminista sul social network VKontakte: la polizia di Komsomol’sk-na-Amure (all’estremo oriente del paese) la interroga costantemente sul significato dei vari post, ed è stato avviato un procedimento contro di lei per diffusione di “pornografia” e “propaganda” (da intendersi secondo l’infausta legge russa che punisce la “propaganda di relazioni non tradizionali”).

Alessandro Garzi
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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