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Sofia Taloni,

alla fine le tue scuse sono arrivate. Tu, influencer marocchino [leggi nota in fondo] residente in Turchia, dopo aver scatenato una mostruosa campagna di outing nel tuo paese di origine, hai rilasciato un’intervista alla Thomson Reuteurs in cui pubblicamente hai chiesto scusa. Ti penti di aver usato i tuoi consigli per “colpire gli uomini gay anziché avvicinarli alla comunità mainstream“. “La mia intenzione era di ‘umanizzare’, ‘non demonizzare’ e ‘normalizzare’ le persone gay in Marocco, in modo da poter smettere di pensare a loro come degli emarginati“: queste sono le parole che hai usato, Sofia. La maggior parte delle persone gay potrebbe abboccare, accettare le scuse e perdonarti. Io non sono tra questi.

Se l’intenzione fosse stata veramente quella di far capire alla gente che noi gay marocchini siamo normali, esattamente come ogni altro marocchino, non avresti rilasciato un’intervista alla BBC Arabic in cui hai dichiarato che, se i gay vengono cacciati di casa o menati, la colpa è loro perché si mettono le foto su Grindr, unico luogo in cui ci si poteva sentire al sicuro ad esporle. Una mossa pericolosissima, perché hai dato le app in pasto a tutto il mondo arabo. Infatti sono iniziate campagne di outing anche in Arabia Saudita, dove l’omosessualità è punita con la morte.

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Non avresti portato Abdelatif Nhalia a denunciarti, per poi finire lui stesso accusato (solo per il suo aspetto, i suoi capelli e i suoi piercing) di crimini che non ha mai commesso. Non avresti fatto una diretta piena di menzogne, in cui hai sostenuto che i gay vivono liberamente come tutti gli altri marocchini. No, vivere dicendo bugie ogni giorno non è vivere. Mangiare, bere, dormire, andare in discoteca con i tuoi amici e non poter dire a nessuno che sei gay, non è vivere liberamente.

coppia gay arabi bacioNon avresti nemmeno dichiarato che è giusto che il Marocco punisca l’omosessualità in quanto paese musulmano. Perché il Regno smetta di demonizzare i gay e considerarli umani, deve prima di tutto eliminare l’articolo 489, che punisce l’omosessualità con il carcere e una multa salata per gli standard di vita marocchini. Non avresti fatto una diretta in cui insegnavi alle ragazze e alle donne marocchine quali app scaricare, come registrarsi e quali informazioni inserire per accalappiare i gay marocchini, salvo poi sputtanarli nei gruppi e nei forum femminili arabi.

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Non avresti concesso agli omofobi – e sapevi che ce ne sono tanti, troppi, in Marocco! – la possibilità di violare gli unici spazi virtuali dove la popolazione LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) poteva sentirsi sicura e protetta. In una quarantena dove i marocchini non possono uscire da nessuna parte e in un paese dove i locali e gli spazi pubblici per le minoranze sessuali non esistono, le app di incontro erano l’unico luogo sicuro dove potevano conoscere qualcuno e dire “è come me“, e tu, Sofia, glielo hai tolto per una collera e una lotta tua personale: c’entravano poche persone, ma hai messo in mezzo tutti noi.

Quindi, Sofia, perdonami, ma non accetto le tue scuse. Non sono abbastanza e non cancellerano tutto ciò che hai creato. Se vuoi lottare contro l’omofobia, fallo pure, ma consultati con chi lo fa da anni. Invitare ospiti alle tue dirette e far fare loro un coming out forzato, dire alla gente: “Su Grindr potreste trovare vicini, parenti e fidanzati” e fare dichiarazioni da islamista conduce a tutto fuorché alla liberazione delle persone LGBTQIA marocchine. Hai un grande seguito, sfruttalo per educare i tuoi fan a essere persone migliori e a smettere di essere omofobi. Fino ad allora, le tue scuse saranno solo parole al vento.

Firma la petizione, sostieni la rivoluzione queer!

[nota: Sofia Taloni si identifica come uomo]

Adam Alaoui
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazione da Wallpaper Flare (CC0) /  Il Grande Colibrì

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