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L’emergenza COVID-19 è esplosa anche in Spagna e il governo di Madrid ha adottato misure di isolamento che ricordano molto quelle in vigore in Italia, ma a qualcuno evidentemente non importa nulla: a Barcellona un signore ha invitato una trentina di uomini per un’orgia nel suo appartamento. Sette hanno accettato l’invito e si sono presentati al festino, uno invece ha avvertito la polizia. Gli agenti hanno arrestato tutti i partecipanti all’incontro per violazione delle norme contro l’epidemia e per possesso di grandi quantità di droghe di vario tipo. Non è una “notizia curiosa”, ma un campanello d’allarme: gli esperti sono preoccupati per chi abitualmente pratica il chemsex (sesso sotto l’effetto di droghe), una forma di dipendenza troppo spesso sottovalutata.

Ma la preoccupazione è legata anche alla sottovalutazione del problema coronavirus quando si parla di incontri sessuali in generale: senza focalizzarsi sul fatto che uno degli otto partecipanti all’orgia aveva la tosse, è molto più interessante il risultato di un sondaggio condotto settimana scorsa da Queer Voices Heard nel Regno Unito. Il 28% degli intervistati ha detto che continuerà ad avere appuntamenti anche violando l’isolamento, mentre il 16% continuerà a cercare sesso occasionale. La sensazione, osservando le community gay italiane, è che ci sia maggiore consapevolezza e responsabilità, ma una minoranza consistente non ha smesso di usare app e siti per cercare incontri dal vivo “perché tanto il coronavirus non è una malattia sessuale“.

No convivenza? No sesso

Conviene allora fare un po’ di chiarezza: se è vero che il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 per ora non è stato individuato nello sperma e nei liquidi vaginali (ma gli studi sono ancora in corso), è altrettanto vero che il contatto e persino la semplice vicinanza con una persona infetta (e magari priva di sintomi) sono rischiosi. Gesti generalmente sicuri dal punto di vista delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) come baci, carezze o masturbazione reciproca, sono tra le pratiche più rischiose quando parliamo di COVID-19. Lavarsi le mani prima del rapporto e usare preservativi e dental dam per sesso orale e rimming possono ridurre il contatto con saliva e feci infette, ma non bastano davvero a evitare la possibilità di contagiare ed essere contagiati.

bacio gay bianco neroPer questo gli esperti sconsigliano fortemente di cercare partner sessuali in questo periodo: chi vive da solo, dovrebbe limitarsi a autoerotismo e sesso virtuale in cam, magari approfittando anche del fatto che alcuni grandi siti pornografici hanno deciso di offrire gratuitamente l’accesso completo ai propri archivi. La regola, spiega per esempio il professor Paul Hunter, microbiologo ed esperto di salute pubblica, vale anche per le coppie fisse non conviventi.

Consigli per chi convive

Per chi convive, invece, non ci sono motivi per rinunciare ai rapporti sessuali durante queste settimane di isolamento, anzi il sesso fa bene alla salute fisica e mentale: rafforza le difese immunitarie, abbassa la pressione del sangue, giova al cuore, riduce lo stress, migliora il sonno e rende molto più piacevole una prolungata convivenza 24 ore su 24. C’è un’unica eccezione, ma è piuttosto ovvia: se uno dei partner ha dei sintomi da COVID-19 (febbre, tosse, mal di gola o difficoltà a respirare), è meglio evitare il sesso, i baci, le carezze (soprattutto sul volto) finché i sintomi non sono passati.

Infine, è utile ricordare che bisognerebbe applicare tutte queste limitazioni sempre, ma con ancora più attenzione quando si è (o si convive con) una persona particolarmente a rischio, cioè persone di più di 65 anni, incinte, malate o con un sistema immunitario indebolito. Le conseguenze delle nostre scelte, con una malattia come il COVID-19, ricadono sulla nostra persona e sui nostri partner, ma anche su tutta la comunità che ci circonda.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì

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