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Chiediamo che la sezione della costituzione dello Zimbabwe che criminalizza le persone omosessuali venga abolita: non ci permette di essere chi siamo e di amarci l’un l’altro” avevano dichiarato a marzo Elton e Chingirai, attraverso Zimbabwe LGBTQ+ Crusaders (Attivist@ LGBTQ+ dello Zimbabwe). I due ragazzi sono una coppia gay dello Zimbabwe, costretta a scappare in Sudafrica per non subire più violenze e discriminazioni e vivere dignitosamente la propria relazione.

Protesta al consolato

Ebbene, dopo poco più di un mese, i due ragazzi hanno trasformato quella richiesta in un atto concreto, attraverso una manifestazione. La protesta è stata sostenuta da varie realtà LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) come il Triangle Project (Progetto triangolo), il Pride Shelter Trust (Fondazione protezione e orgoglio), le due organizzazioni Pachedu (Tra di noi) e Queers Without Borders (Queer senza frontiere) che riuniscono richiedenti asilo appartenenti a minoranze sessuali e militanti per le persone rifugiate. Insieme a Elton e Chingirai, diverse persone hanno marciato verso il consolato dello Zimbabwe a Città del Capo per consegnare una petizione che impegnasse il governo a occuparsi dei diritti delle persone LGBTQIA.

Arrivati davanti all’edificio, il consolato, volendo anche mantenere un certo riserbo sulla questione, non è stato per niente accogliente con chi manifestava, chiedendo alla polizia di tenere i media lontani dal luogo, vietare fotografie e permettere solo a tre persone di consegnare la petizione. Le parole di Chingira raccontano tutta l’ostilità delle istituzioni verso la questione LGBTQIA: “Abbiamo consegnato la petizione a un uomo sconosciuto che ha scelto di discriminarci. Si è rifiutato di dire il suo nome e firmare la petizione. Lo Zimbabwe si definisce un paese indipendente e compirà 41 anni il 18 aprile, ma ancora vede i gay e le lesbiche come animali“. Purtroppo la petizione non è stata accolta.

coppia lesbiche nere africaneUn paese molto ostile

In Zimbabwe i rapporti omosessuali e “qualsiasi azione che implichi un contatto tra due uomini che possa essere considerata da una persona ragionevole come un atto indecente” sono considerati reato. Nella nuova costituzione del 2013 è stata tra l’altro aggiunta una clausola alla Sezione 78 per bandire i matrimoni omosessuali. La petizione promossa di Chingirai ed Elton chiede non solo di abrogare questi reati, ma anche di permettere l’adozione alle coppie LGBTQIA, di introdurre una legislazione contro il bullismo, di riconoscere la matrice omolesbobitransfobica nelle violenze e di revisionare molte leggi discriminatorie, tra le quali quelle che regolano la donazione del sangue, la riassegnazione chirurgica del sesso e il servizio militare.

Il clima in Zimbabwe è fortemente ostile nei confronti delle persone LGBTQIA, che sono costrette a vivere in segreto, rischiano di essere discriminate e picchiate per strada e di perdere il proprio impiego (come dimostra il caso di un insegnante che, dopo il coming out, si è dimesso per le continue minacce ricevute). Insieme alla criminalizzazione e all’inesistente tutela, tutto questo porta a un’emarginazione tale da mettere in pericolo la salute fisica e mentale, portando a depressione, istinti suicidi, abuso di sostanze. Le persone transgender e intersex sono completamente invisibilizzate, perché purtroppo non sono riconosciute dalle leggi.

Fuga in Sudafrica

Perciò è molto frequente che le persone LGBTQIA scappino dallo Zimbabwe in Sudafrica, paese in cui, almeno a livello legislativo, hanno molti più diritti e sono tutelate. Chingirai si è rifugiato lì a causa di suo zio, un pastore della Chiesa pentecostale che lo ha cresciuto per tutta la vita dopo la morte dei genitori: “Invece di parlarmi apertamente a casa, mio ​​zio diceva cose orribili e mi attaccava durante i suoi sermoni. Temendo che la chiesa potesse attaccarmi o denunciarmi alla polizia, sono scappato“.

magia amore gay zimbabweUn altro ragazzo scappato in Sudafrica, che ha partecipato alla manifestazione, racconta: “Ho passato quattro anni senza parlare con la mia famiglia. Non riuscivano ad accettarmi. È stato difficile per me essere giudicato dalla mia famiglia, che dovrebbe dimostrarmi amore e sostenermi“. A volte all’omofobia imperante si reagisce vivendo una finzione, una vita che non è la propria: “Crescendo, pensavo di essere l’unico gay in Zimbabwe. Alcune delle persone gay hanno confessato di avere moglie e figli perché l’ambiente li ha costretti” spiega Elton.

Le colpe ecclesiastiche

Alla marcia, era presente anche il reverendo Laurie Gaum, ministro gay della Chiesa riformata olandese in Sudafrica, figura che cerca di lottare per i diritti delle minoranze sessuali e diffondere una visione religiosa più inclusiva: “Lo Zimbabwe continua a criminalizzare le persone LGBTQIA, che disperate scappano per trovare sicurezza in Sudafrica. Il governo dello Zimbabwe deve farsi avanti e assumersi la responsabilità dei diritti dei suoi cittadini e fare in modo che i più vulnerabili siano protetti e in grado di accedere alla loro piena cittadinanza“.

È triste che la chiesa e le religioni usino la Bibbia per escludere le persone. La buona religione dovrebbe predicare che tutte le persone sono fatte a immagine di Dio, ma purtroppo la chiesa in molti casi non è stata in grado di accogliere, mostrare amore ed essere ospitale con tutti i suoi membri” ha aggiunto ancora Gaum.

Ginevra Campaini
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Matthew Henry (CC0) / da nappy (CC0) / Il Grande Colibrì

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