Skip to main content

Durante un concerto a Shanghai alcuni fan della pop star Dua Lipa sono stati allontanati dagli agenti della sicurezza. La loro colpa? Aver esposto delle bandiere rainbow.

S-concerto a Shanghai

Il 12 settembre scorso la pop star britannica Dua Lipa si trovava a Shanghai per una tappa del suo tour. Tutto sembrava procedere nel miglior dei modi: i fan ballavano, si divertivano e cantavano sulle note delle loro canzoni preferite. L’atmosfera gioiosa dell’evento è stata però bruscamente interrotta da alcuni membri della security, che si sono scagliati contro un gruppo di giovani ammiratori che esponevano bandiere arcobaleno. I ragazzi sono stati allontanati dal National Exhibition and Convention Center con la forza e il concerto si è fermato tra lo sgomento dei presenti e della stessa Dua Lipa.

Secondo i responsabili della sicurezza, la rocambolesca cacciata dei fan era dovuta a un problema di ordine: alzandosi in piedi i ragazzi avrebbero impedito la visione agli spettatori alle loro spalle. La versione però stenta a trovare conferma, soprattutto grazie alla diffusione di numerosi video che mostrano la violenza degli addetti alla sicurezza nei confronti dei fan inermi.

Un arcobaleno contro la paura

Con la voce rotta dall’emozione, la cantante ha espresso tutto il suo rammarico per quanto era successo: “Voglio creare un ambiente davvero sicuro per far divertire tutti noi, voglio far ballare tutti noi, voglio che tutti voi cantiate, voglio che tutti voi vi divertiate davvero” ha detto prima di riprendere lo show.

Il giorno successivo, la pop star ha pubblicato un lungo messaggio sul suo profilo di Twitter. Nel comunicato ufficiale Dua Lipa esprime tutta la sua gratitudine ai fan che durante il concerto si sono sentiti “abbastanza al sicuro da mostrare il [loro] orgoglio” e promette di ritornare a Shanghai appena ce ne sarà la possibilità. “Spero di tornare per i miei fan – ha detto la cantante – e spero di trovare un palazzetto pieno di arcobaleni!“.

Nel frattempo la polizia di Qingpu ha annunciato che il ventiduenne Zhu e il ventenne Nai, entrambi addetti alla sicurezza, sono stati accusati di lesioni ai danni dei giovani fan e sconteranno entrambi dieci giorni di carcere.

Le cose possono cambiare

Il triste episodio ha avuto almeno il merito di accendere i riflettori sulla condizione degli appartenenti alla comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) cinese. Nel paese l’omosessualità non è considerata illegale (la sua depenalizzazione risale al 1997), ma di fatto non è ancora pienamente accettata. Colpa delle scelte politiche (nel luglio 2016 il governo ha imposto alle piattaforme video online come Tencent e Youku di rimuovere tutti i contenuti che promuovessero la cultura LGBTQIA), ma anche delle tradizioni secolari.

Ah Ming, un giovane attivista di Pechino, è molto chiaro in proposito: “In Cina la religione non interferisce, ma comunque la tradizione blocca la comprensione reciproca“. La giovane Tang Xina, membro a tempo pieno di un centro di supporto per persone LGBTQIA, è più ottimista: “Non c’è più il rifiuto o la mancanza di ascolto, come in passato – ha affermato in un’intervistaI giovani, come gli studenti universitari, sono aperti verso i nostri temi. Per esempio andiamo nelle università a fare sensibilizzazione ed educazione alla sessualità“.

È solo l’inizio, ma forse qualcosa sta lentamente cambiando. Chissà, forse al prossimo concerto Dua Lipa troverà davvero un mare di arcobaleni ad accoglierla.

Nicole Zaramella
©2018 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Justin Higuchi (CC BY 2.0)

Leggi anche:

“Gay anormali”: la crociata cinese contro i video online

Questo corso di educazione sessuale cinese vi sorprenderà

Leave a Reply