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Nelle Filippine è accaduto un fatto orribile al quale non vorremmo credere, successo proprio nella settimana in cui la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali) ha celebrato la Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia. Per tre giorni non si è saputo niente di Ebeng Mayor, un ragazzo trans scomparso nel nulla. Poi è stato ritrovato senza vita il 20 maggio a Quezon City, con un bastone di legno nei genitali, molto probabilmente violentato prima di essere mutilato e ucciso. Vittima di un crimine d’odio e dell’ignoranza umana, Mayor non aveva colpe, se non quella (per i suoi assassini) di vivere la sua vita come meritava di essere vissuta.

La denuncia di TEAM

L’organizzazione locale per i diritti trans Transman Equality and Awareness Movement Philippines (Movimento per l’uguaglianza e la consapevolezza degli uomini trans nelle Filippine; TEAM) affida ai social la rabbia, denunciando un paese che tollera crimini e comportamenti di questo tipo. La cultura dello stupro è una piaga sociale forte nelle Filippine: in un sondaggio condotto nel 2017 da TEAM, il 28% degli studenti universitari LGBTQIA riferiva di aver subito molestie sessuali.

In particolar modo, sono gli uomini trans a essere estremamente vulnerabili nella società filippina. “La comunità trans maschile è vulnerabile alla violenza sessuale nelle Filippine, un paese che legittima la cultura dello stupro e la colpevolizzazione delle vittime: abbiamo un presidente con un debole per le battute sullo stupro e i commenti denigranti – scrive l’organizzazione su Facebook – Chiediamo un’indagine completa e approfondita su questo crimine atroce e che gli autori siano assicurati alla giustizia nella misura massima consentita dalla legge“.

uomo violenza sessuale stuproLa Commission on Human Rights (Commissione per i diritti umani; CHR), attraverso la sua portavoce Jacquelin de Guia, afferma: “La CHR, in qualità di mediatrice di genere del paese, denuncia tutte le forme di violenza di genere diretta contro le persone transgender o con un genere non conforme. Da parte nostra, condurremo un’indagine indipendente e lavoreremo a stretto contatto con le autorità per ottenere giustizia per Ebeng e la sua famiglia”.

Una legge nel limbo

In attesa che la giustizia faccia il suo corso, è ancora più urgente l’approvazione nelle Filippine del SOGIE Equality Bill, un disegno di legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Un’approvazione che in realtà si attende da ben 11 anni: la proposta fu presentata nel lontano 2000 dall’ex senatrice Miriam Defensor-Santiago. Dopo il ritrovamento del corpo di Mayor, TEAM e CHR hanno chiesto a gran voce l’approvazione della legge: “La Commissione ha spinto senza sosta la promulgazione della legge sull’uguaglianza per orientamento sessuale ed espressione dell’identità di genere che fornirebbe gli meccanismi legali per chiedere conto a chi compie discriminazioni di genere” dichiara de Guia.

Adesso il disegno di legge è incastrato in Senato a causa del rifiuto di una parte politica. Niente di sconosciuto per noi italianə, che ci troviamo a combattere per l’approvazione del DDL Zan perché le destre (e non solo) costruiscono novelle sul pensiero unico, l’eliminazione del genere, l’omosessualizzazione della società e assurdità simili. Non è molto diversa, quindi, la situazione nelle Filippine, in cui una parte politica fa muro temendo che la legge possa legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la modifica del genere e che possa togliere la libertà di pensiero alle persone omofobe. Argomenti di cui ovviamente la legge non tratta, ma che fa comodo tirare in ballo per ostacolare la sua approvazione.

fake news scuola genderBufale e discriminazioni

Gli oppositori della legge nelle Filippine le sparano anche più grosse. Lo scorso anno, durante la discussione in Senato, Lyndon Cana della Coalition of the Concerned Families of the Philippines (Coalizione delle famiglie impegnate delle Filippine) ebbe da ridire sul segno “+” della sigla LGBTQ+. Secondo lui, il “+” rischia di non definire chiaramente il confine dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, perciò le persone necrofile e pedofile potrebbero benissimo farne parte: “Ad esempio, se un vecchio è attratto da bambini molto piccoli, questo è un orientamento sessuale: la pedofilia. È incluso nei diritti umani fondamentali? Che ne dite di coloro che sono sessualmente attratti dai morti? Anche questo è incluso in LGBTQ+?“.

Le Filippine non hanno alcuna legge a tutela delle persone LGBTQIA né per quanto riguarda un riconoscimento legale delle relazioni tra persone dello stesso sesso, né per le persone trans e il loro diritto a cambiare legalmente il genere. Violenze e discriminazioni sono all’ordine del giorno, in un paese a maggioranza cattolica in cui la religione è molto sentita: le parole di papa Francesco sulle unioni civili trapelate dal documentario “Francesco” di Evgeny Afineevsky alzarono un gran polverone all’interno della chiesa filippina lo scorso anno.

Il ruolo dei sindaci

Sempre nel 2020, durante il lockdown dovuto alla pandemia da COVID-19, il sindaco del distretto di Pandacaqui puniva in particolar modo le persone LGBTQIA che violavano il coprifuoco, pubblicando poco furbescamente dei video su Facebook. Il suo disgustoso e umiliante divertimento consisteva nel costringere queste persone a baciarsi tra loro e a farle ballare “in modo sexy davanti a minorenni. Per la danza aveva persino chiamato un instruttore di zumba. Se le persone rifiutavano queste punizioni, venivano costrette a fare le flessioni.

Fortunatamente ci sono sindaci di tutt’altro calibro. Isko Moreno, sindaco della capitale Manila, lo scorso anno firmò un’ordinanza contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, un’ottima legge che contrasta discriminazioni verbali, fisiche e sui social, e richiede bagni gender neutral nelle strutture pubbliche e private. Inoltre, l’obbligo di frequentare corsi sui diritti umani per chi viola la legge mi sembra un’interessante soluzione – un po’ come i lavori socialmente utili proposti da DDL Zan.

Ginevra Campaini
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazione da JapTarectecan (CC0) / Il Grande Colibrì / Il Grande Colibrì

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