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Sicuramente a molti di voi da piccoli sarà stato detto: “Mangia questi spinaci, diventerai forte come Braccio di Ferro!”. Io mi sono sempre chiesto perché avrei dovuto prendere a modello quel marinaio dagli avambracci ipertrofici invece di quell’orsone di Bruto, il cattivo della situazione, ma pazienza. Questo mix letale di alimentazione, educazione ed emulazione è comune in tutto il mondo ma, mentre la maggior parte delle volte i risultati sono tragicomici, a volte il cibo viene usato come vero e proprio strumento di coercizione.

Succede a Fès dove la madre di un giovane omosessuale lo ha forzato più volte a ingurgitare cucchiaiate di harissa, ossia una pasta densa composta da peperoncino, aglio e olio che in questo caso avrebbe dovuto essere utile a risvegliare la virilità sopita nel figlio. Purtroppo il piccante, a differenza di quel che si pensa, non è un gusto, ma una sensazione tattile dolorosa provocata dal contatto delle mucose della bocca con le componenti chimiche del peperoncino. Un vero e proprio sopruso che il giovane ha dovuto subire durante l’adolescenza, da sommarsi alle violenze verbali e soprattutto fisiche subite non solo dai compagni di classe ma anche e in primo luogo dal padre e dal fratello: maltrattamenti che hanno portato il ragazzo a lasciare gli studi e il domicilio familiare, come ha spiegato lui stesso in questo video postato su YouTube.

https://youtu.be/jUDbaHJ9aX4

La fortuna di questo giovane fassi (abitante di Fès), di cui naturalmente non sono note le generalità, è di essere riuscito a creare una rete di amicizie grazie alle quali sta riuscendo a rialzarsi e a vivere la propria vita. Un piccolo appunto lo meritano le piattaforme che hanno rilanciato questa notizia inserendola non nei fatti di cronaca, dove avrebbe dovuto essere, ma nella sezione curiosità, quasi a dirci che una cucchiaiata di salsa sia più importante di tutto il resto in un paese in cui gli omosessuali finiscono ancora in carcere.

BouKerch
©2018 Il Grande Colibrì

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