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Torniamo a parlare di Kerala, uno stato nel sud dell’India, e di rivoluzione: la Kochi Metro Rail Limited (KMRL), azienda pubblica di trasporti del Kerala, ha assunto 23 transgender come controllori e personale di pulizia nella località balneare di Kochi, come parte di un programma che mira a offrire lavoro alle persone trans e diminuire la discriminazione.si tratta della seconda notizia positiva sull’occupazione di transgender nello stato, dove recentemente per la prima volta una ragazza trans è stata assunta da una multinazionale [Il Grande Colibrì].

Elias George, amministratore delegato della Kochi Metro Rail Ltd., ha detto: “Vorremmo dare ai membri della comunità transgender un lavoro legittimo presso le stazioni. Non ci sarà alcuna discriminazione tra loro e gli altri lavoratori”. L’azienda unisce alla lotta contro la discriminazione anche una matrice ecologica: “Il progetto è anche un esempio di sviluppo ecologico. Si prevede di soddisfare quasi il 25% di tutto il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, in particolare dall’energia solare. Il piano a lungo termine è quello di diventare un sistema di trasporto urbano a zero emissione di carbonio “ ha detto il primo ministro Narendra Modi [Deccan Herald].

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Una nuova immagine per le trans

Rashmi CR, portavoce di Kochi Metro Rail, ha spiegato: “La gente non interagisce con le persone trans. Vivono separate dalla società, non ottengono posti di lavoro, i loro diritti non vengono rispettati. Noi vogliamo portarle alla luce facendo in modo che le persone interagiscano con loro ogni giorno”

Vincy, una delle ragazze che ha cominciato a lavorare con l’azienda ferroviaria, afferma: “Noi transessuali non troviamo lavoro, nemmeno nelle multinazionali, nelle aziende tecnologiche o nell’amministrazione pubblica, nulla. Anche quando lo troviamo, subiamo spesso prese in giro. Se lavoro in un ufficio, gli altri lavoratori, per esempio, mi prendono in giro perché cammino come una donna, diventando lo zimbello di tutti”. E aggiunge: “Spero che appariremo su tutti i giornali e sui canali televisivi, e altre società ci prendano come esempio e inizino ad assumere persone trans” [The Guardian].

Qualcosa cambia, ma lentamente

Sono fortemente dell’idea che sia arrivato il momento che la tradizione indiana riprenda ciò che le leggi coloniali britanniche le hanno tolto. Le hijra (persone biologicamente maschili, ma che appartengono psicologicamente a un “terzo sesso” e che assumono un ruolo di genere femminile) erano considerate quasi divine dalle antiche tradizioni indù, erano rispettate e venerate perché detentrici di poteri, come per esempio quello di favorire la fertilità. Il dominio britannico, che ha lasciato in eredità all’India la Sezione 377 del codice penale, le ha marchiate di perversione e rese emarginate, discriminate e povere.

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Il governo indiano ha dovuto inserire la comunità trans tra quelle economicamente arretrate, per poter dare aiuti economici e agevolazioni per una vita dignitosa. Recentemente, anche se non in Kerala, è stata assunta per la prima volta una ragazza transessuale come poliziotta [Il Grande Colibrì]: anche se le discriminazioni sono forti e la strada molto lunga, l’India pian piano, tra alti e bassi, riesce a fare passi avanti.

Le persone trans spesso non possono contare sul supporto della famiglia e sono vittime di bullismo nelle scuole. Spesso i genitori provano vergogna e allontanano i figli, prima da scuola e poi da casa. È difficile anche trovare un’occupazione, mantenerla, ricevere promozioni e sopportare le varie discriminazioni. La loro condizione le porta a lavorare come prostitute, oppure vengono costrette in giri di droga e traffico di esseri umani [Youth Ki Awaaz].

 

Ginevra
©2017 Il Grande Colibrì

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