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Con una sentenza storica, la Bulgaria ha riconosciuto un matrimonio tra persone dello stesso sesso. I giudici bulgari dovevano decidere della sorte di Kristina Palma, una donna australiana che nel 2016 ha sposato un’altra donna, la francese Mariama Dialo: per la coppia lesbica Kristina aveva diritto di vivere e lavorare nel paese in quanto coniuge di una cittadina dell’Unione Europea, ma le autorità bulgare le hanno negato il permesso di soggiorno sostenendo che la Bulgaria non riconosce le nozze omosessuali. Dopo una battaglia legale durata due anni, il tribunale ha dato ragione alle due donne, riconoscendo la loro unione e i diritti che ne derivano. Per l’avvocata della coppia, Denitsa Lyubenova, questa sentenza potrebbe essere un passo importante verso la legalizzazione delle nozze tra persone dello stesso sesso nel paese.

In realtà il percorso sarà lungo e difficile, perché non solo la Bulgaria non riconosce i matrimoni gay, ma la sua costituzione stabilisce esplicitamente che “il matrimonio è una libera unione tra un uomo e una donna“. Per introdurre il diritto a sposarsi anche per le coppie omosessuali servirebbe una riforma costituzionale, con il voto favorevole di almeno due terzi dei parlamentari: questa prospettiva oggi appare del tutto improbabile. Anche il riconoscimento delle unioni civili sembra molto lontano: se ne è discusso molto una decina di anni fa, al momento della riscrittura del codice della famiglia, ma ogni proposta è naufragata sotto l’opposizione feroce delle chiese cristiane e la diffusione di notizie assurde secondo cui si sarebbero legalizzate anche poligamia e incesto.

Il dibattito politico, d’altra parte, riflette la contrarietà di larga parte della popolazione: secondo un’indagine del Pew Research Center, è favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso solo il 18% dei bulgari, una percentuale che nell’Unione Europea è più bassa solo in Lettonia (16%) e Lituania (12%). E secondo il 61% degli intervistati la società non dovrebbe proprio accettare l’omosessualità in sé. Il problema dell’omofobia in Bulgaria è emerso con forza anche in Italia proprio un mese fa, quando due genitori bulgari sono stati accusati di aver rapito e fatto sparire il figlio che viveva e studiava a Padova per allontanarlo dal suo fidanzato e “rieducarlo”. Nonostante questo contesto, la lotta degli attivisti arcobaleno e di coppie come Kristina e Mariama cerca di modificare la situazione. E questa volta c’è riuscita.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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