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La sentenza non era del tutto inattesa ma lascia comunque con l’amaro in bocca: l’Alta corte di Singapore ha stabilito lunedì che la legge che criminalizza i rapporti sessuali tra persone di sesso maschile non è incostituzionale e, di conseguenza, non l’ha abrogata come richiesto dai ricorrenti, attivisti e associazioni LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).

Sono sei anni che gli attivisti per i diritti provano a scardinare questa normativa, ma in questa circostanza c’era la speranza di un risultato positivo, dopo che una corte aveva dichiarato illegittimo l’articolo 377 del codice penale indiano, legalizzando in questo modo le relazioni tra persone dello stesso sesso. Le aspettative erano legate al fatto che il paese, malgrado rimanga profondamente conservatore, si sta lentamente aprendo sui diritti delle minoranze sessuali e al legame profondo che lega l’origine di questa criminalizzazione con quella in India e in altre ex-colonie britanniche, dato che il codice penale è una delle pesanti eredità del colonialismo inglese.

Una società conservatrice

Il primo ministro Lee Hsien Loong ha spiegato che la società di Singapore “non è così liberale su questi temi“, riprendendo sostanzialmente quello che ripete da oltre dieci anni, quando spiegò in parlamento che “il paese è fondamentalmente costituito da una società conservatrice e la famiglia ne è l’elemento basilare”. Del resto il sesso anale per le persone eterosessuali e il sesso orale per le lesbiche sono diventati legali solo nel 2007.

Bryan Choong, uno dei tre uomini che hanno fatto ricorso per l’incostituzionalità della legge, ha commentato la sentenza spiegando che studierà gli atti per preparare nuove istanze: “Sono ovviamente deluso, ma il mio occhio è fisso sulla strada da percorrere”. Più caustica Téa Braun, direttrice di Human Dignity Trust, un’organizzazione non governativa (ONG) che supporta i ricorsi legali in tutto il mondo per il riconoscimento dei diritti LGBTQIA: “Rifiutando di eliminare questa legge arcaica e discriminatoria, il tribunale ha ribadito che a Singapore gli omosessuali non sono accettati dalla società e sono considerati criminali“.

Michele Benini
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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