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Non c’è pace per i Mashrou’ Leila, nemmeno nella loro terra natale, il Libano. È di questi giorni infatti la notizia che il gruppo musicale non parteciperà al festival musicale di Byblos/Jbeil a cui erano inizialmente invitati a partecipare. Le ragioni di quest’esclusione sono dovute alla fortissima pressione mediatica e giudiziaria subita dal gruppo in primis e dalla direzione del festival stesso. Pressione originata dalle fortissime proteste di gruppi cattolici e maroniti che, originatesi online, hanno preso sempre più ampiezza tanto da coinvolgere l’arcivescovado di Byblos e il tribunale del Monte Libano.

Offese al cristianesimo?

Apparentemente, l’origine di questa vicenda si trova da una parte in un articolo che aveva come immagine d’anteprima un’icona bizantina a cui era stato sovrapposto il viso della più terrena Veronica Ciccone (articolo che, al di là delle illustrazioni, non sarebbe comunque andato a genio ai detrattori del cantante Hamed Sinno & Co.) pubblicato su uno dei profili sociali della band, e dall’altra nei testi delle canzoni Djinn e Asnaam (Idoli) dal contenuto contrario ai principi della religione cristiana.

A iniziative grottesche sul modello delle nostre care Sentinelle, si sono affiancati video in cui un sedicente paladino accusava i Mashrou’ Leila di omosessualità e stregoneria e si domandava perché il governo libanese non si comportasse come quello giordano ed egiziano che già avevano bandito il gruppo.

Dietro alle polemiche

Per salvare il salvabile i Leilas sono comparsi prima davanti al procuratore del tribunale del Monte Libano che li ha prosciolti dall’accusa di fomentare il settarismo (piaga endemica del paese), e in seguito di fronte a una commissione composta da religiosi cattolici e maroniti, da partiti della destra cristiana e dall’imam di Jbeil, con cui il gruppo ha concordato di rimuovere da varie piattaforme le canzoni incriminate. Tutto questo non ha però attenuato le proteste, il che ha costretto la direzione del festival ad annullare del tutto il concerto.

Certo fa riflettere il fatto che sia l’articolo che le canzoni in questione (in scaletta durante edizioni passate di vari festival libanesi, tra cui quello di Byblos!) circolino dal 2015 e che l’omosessualità di Hamed Sinno sia più che notoria. Per non parlare del fatto che artisti come Lana Del Rey, che in diversi scatti si è presentata in abiti mariani, ed Elton John (devo veramente spiegarvi il perché?) si sono esibiti in Libano senza problemi. C’è chi sostiene che dietro queste macchinazioni ci sia il desiderio della destra cristiana di dimostrare la propria forza… Preparate i popcorn, l’estate potrebbe rivelarsi piuttosto lunga.

BouKerch
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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