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A Nicolas Maduro, il presidente autoritario del Venezuela, è sempre piaciuto papa Francesco: quando Jorge Mario Bergoglio era diventato pontefice, Maduro aveva sostenuto che fosse un miracolo voluto dall’alto dei cieli dal suo predecessore e modello Hugo Chávez, morto solamente 8 giorni prima. E ora il paese sudamericano si appresta (forse) a festeggiare un nuovo miracolo. No, non si prospettano soluzioni magiche alla tragedia umanitaria scatenata dalla drammatica mancanza di beni di prima necessità o alla crisi economica devastante (un terzo della popolazione è disoccupato, mentre il PIL pro capite si è quasi dimezzato dal 2013 a oggi). Il miracolo, molto più modesto, è che Maduro (forse) sarà un po’ meno ambiguo sulle nozze tra persone dello stesso sesso.

Ambiguità

Ve lo ricordate il Maduro celodurista che, nella campagna elettorale per le presidenziali del 2013, si vantava di essere attratto dalle donne e accusava il suo avversario Henrique Capriles di essere omosessuale? Per l’opposizione era la dimostrazione di un’inequivocabile omofobia, per chi lo difendeva solo una caduta di stile. Sicuramente Maduro, senza aver mai fatto dell’omofobia un elemento ideologico centrale come altri politici “poco democratici”, al tema dei diritti LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) ha riservato spesso belle parole, senza che si siano mai concretizzate in azioni.

Maduro, in fondo, ha seguito l’esempio elusivo di Chávez, che durante una visita a Roma aveva dichiarato a proposito del matrimonio tra persone dello stesso sesso: “Siamo tutti uguali e bisogna rispettare le particolarità dell’essere umano, ma in Venezuela non è ben visto. Io, come la maggioranza dei venezuelani, non lo vedo bene, però è un’opinione, non significa che sono contro“. Occorre comunque ricordare che Chávez aveva fatto approvare leggi contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere e aveva anche sostenuto la necessità di introdurre il principio di non discriminazione nella costituzione, senza tuttavia riuscirci per l’opposizione della Chiesa cattolica locale.

Nozze in arrivo?

Con Maduro, invece, i diritti LGBTQIA non hanno fatto nessun passo avanti, anche se ogni tanto il tema del riconoscimento delle coppie dello stesso sesso rispunta inutilmente nel dibattito politico. Per esempio, tra il 2017 e il 2018, in occasione della discussione per la riforma della costituzione (mai andata in porto), si era discusso dell’eventualità di introdurre i matrimoni omosessuali nella legge suprema. Maduro si era espresso a favore, alcuni esponenti del suo Partido Socialista Unido de Venezuela (Partito socialista unito del Venezuela; PSUV) erano contrari, e alla fine tutto si era risolto in un fiume di parole.

Ora Maduro rilancia, sfruttando il clamore suscitato dalle poco recenti dichiarazioni, riportate nel molto recente documentario “Francesco” di Evgeny Afineevsky, con cui Bergoglio ha aperto alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. “Ho amici e conoscenti che sono molto contenti di quanto ha detto il papaha affermato il presidente venezuelano, per poi invitare a legiferare in materia la nuova assemblea nazionale che verrà eletta il 6 dicembre (in uno scrutinio che vede l’opposizione lacerata tra chi ha scelto di boicottare il voto e chi invece ha preferito partecipare alle elezioni).

Parole e parole

Nonostante i titoloni su molti media internazionali, Tamara Adrián, esponente del partito di opposizione Voluntad Popular (Volontà popolare; VP) e prima donna trans a essere eletta nel parlamento venezuelano, ha fatto notare che Maduro non si è sbilanciato troppo: è a favore, sì, ma non fa nulla di concreto e passa la patata bollente a un’assemblea nazionale che ancora deve essere eletta. In questo modo, secondo Adrián, cerca di conquistarsi i voti della comunità LGBTQIA senza mettere troppo in pericolo il consenso tra gli elettori religiosamente più conservatori. E intanto anche sul piano internazionale può risplendere della luce riflessa del pontefice mentre il suo paese sprofonda sempre più nel buio.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da Fabio Rodrigues Pozzebom/ABr (CC BY 3.0 BR)

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