Skip to main content

Malgrado il nome scelto e le prime parole da pontefice che ispirano fiducia, più di un’ombra si è subito addensata sul passato e sul presente di papa Francesco, eletto l’altrieri al termine della seconda giornata di conclave. Le più gravi sembrano riguardare il rapporto con la dittatura argentina che fece sparire decine di migliaia di oppositori politici e personaggi scomodi (il nunzio apostolico Pio Laghi è stato apertamente accusato da un ex militare sotto processo per la vicenda dei desaparecidos e la chiesa argentina ha avuto a lungo un atteggiamento quantomeno ambiguo sulla vicenda).

Ma importanti sono anche altre parole che i media attribuiscono al cardinal Bergoglio, da quelle sull’inopportunità delle donne di dedicarsi alla politica all’attacco, pubblicato sull’Osservatore romano anni fa, al matrimonio omosessuale, “destinato a danneggiare seriamente la famiglia“, che chiudeva con le apocalittiche parole: “Questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio” (Cronista).

Non stupisce, quindi, che le associazioni LGBTQ* sudamericane e quelle argentine in particolare non si siano unite alle voci che acclamano il papa: il presidente della FLGBT Esteban Paulón ricorda bene la sua accusa agli attivisti di essere strumenti del diavolo, “che vuole distruggere la famiglia e la società“, allorché  si discuteva la legge sul matrimonio gay, poi approvata (Página 12), contro la quale Bergoglio organizzò anche una marcia contro il Congresso (Clarín).

L’organizzazione non governativa “Cattolici per la libertà di decidere”, del resto, spera che il nuovo papa modifichi le proprie posizioni conservatrici riconoscendo “il diritto di autodeterminazione, l’uguaglianza tra uomini e donne, il no alle discriminazioni, la giustizia sociale, i diritti umani, le libertà individuali, come capo di una chiesa amorevole, inclusiva e rispettosa” (Terra).

Chi invece apprezza l’elezione di papa Francesco è Nicolas Maduro, chiamato a succedere (sia pure a tempo, per ora) ad Hugo Chavez su un’altra poltrona particolarmente prestigiosa, cioè la presidenza del Venezuela. Anzi, secondo Maduro l’elezione di un cardinale sudamericano sarebbe frutto di un miracolo post-mortem dello stesso Chavez (MDZ). Del resto Maduro condivide anche le riserve del nuovo papa sui gay, evidentemente, tanto che per attaccare il suo avversario alle elezioni che si terranno in aprile, lo ha accusato di essere gay (Diário Digital). Henrique Capriles, che vuol mettere fine al quindicennio bolivariano di Chavez, ribatte senza rivendicare la sua eterosessualità, ma bollando come omofobiche e fasciste le accuse di Maduro (Diário Digital).

Il Sudamerica è del resto un continente vasto e variegato: a Trinidad e Tobago si discute se cancellare i riferimenti a dio dalla costituzione per inserire i diritti delle persone omosessuali, ma nei dibattiti la maggioranza sembra schiacciante contro l’uguaglianza e per la tradizione (Trinidad Express Newspaper), mentre in Giamaica spunta ancora una volta l’accostamento tra omosessualità, pedofilia e zoofilia e le stesse leggi sulla pubblica decenza sono usate solo per punire i gay (America blog), tanto che il giovane difensore dei diritti umani Jaevion Nelson, già da tempo indicato come un prossimo leader politico del paese (Jamaicans), si chiede se esista la possibilità per gli omosessuali di vivere in Giamaica, mostrando tuttavia che i dati sulla tolleranza nel paese non appaiono così scoraggianti come la rumorosa minoranza omofoba vorrebbe far credere (The Gleaner).

E di speranza sono anche la presa di coscienza in Honduras della necessità di venire allo scoperto per non essere senza difese (Latin America Working Group) e il risultato di un sondaggio negli Stati Uniti in cui la stragrande maggioranza dei “latinos” approva l’inclusione delle famiglie omosessuali nella riforma dell’immigrazione (Immigration Equality), come recentemente proposto dal presidente Barack Obama (Il Grande Colibrì).

Michele Benini
©2013 Il Grande Colibrì
immagine:  Il Grande Colibrì

2 Comments

  • Anonimo ha detto:

    Precisando che io non sono cristiano, non nego che avevo sperato in un Papa più aperto… E leggere queste cose, come le notizie relative sempre al Papa dopo la sua elezione hanno solo lasciato altra amarezza in bocca!

  • Stefano Z ha detto:

    Condivido la battagia ma penso che sia davvero arduo che la chiesa (e con essa purtroppo buona parte dell'opinione pubblica)prenda atto del diritto di autodeterminazione riferito agli orientamenti sessuali, già sarebbe un bel passo lo facesse la "cosidetta" società civile.

Leave a Reply