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Malgrado i distinguo e le precisazioni, la Malesia sembra avviarsi lungo la strada dell’oscurantismo nei confronti della minoranza LGBTQ*. Una nuova spia di questo percorso è l’organizzazione da parte del governo di dieci seminari per genitori ed insegnanti in cui si spiega come individuare segni di omosessualità nei bambini, giustificati apertamente dal portavoce dell’esecutivo con la motivazione che “sono un evento multiculturale e multireligioso, visto che tutte le religioni sono fondamentalmente contrarie a questo tipo di comportamento” [Reuters].

Al di là degli aspetti folcloristici (i ragazzi omosessuali sarebbero individuati dalla passione per vestiti stretti di colori chiari e dall’uso di borse di grande dimensione, mentre le ragazze lesbiche non mostrerebbero affetto per gli uomini e si accompagnerebbero alle amiche, anche per dormire), l’episodio dimostra una volta di più come, a fronte di una discreta tolleranza popolare, dalle istituzioni si vada affermando una politica sempre più omofobica [Il Grande Colibrì]. Anche perché gli episodi nell’ultimo anno si ripetono, dal campo “per diventare uomini” istituito dallo stato di Terenggau per i giovani effeminati, fino al tentativo di “prevenire la diffusione dell’omosessualità”, che avverrebbe tramite blog e siti LGBTQ*.

Fortunatamente non solo la società, ma anche le rappresentanze religiose non hanno apprezzato particolarmente le linee guida illustrate dai rappresentanti governativi in questi seminari, tant’è che il coordinatore di questi eventi, Hasnul Hadi Abdullah Sani, ha dovuto correggere le prime dichiarazioni e argomentare che non c’era alcuna intenzione malevola da parte dell’esecutivo ma era solo un tentativo di dare consigli su come “affrontare il problema LGBT”.

La retromarcia è stata apprezzata dai rappresentanti scolastici e anche dal reverendo Thomas Philips, presidente del Consiglio malese religioso che riunisce buddisti, cristiani, induisti, sikh e taoisti, che ha tra l’altro affermato: “Dobbiamo riconoscere che ci sono persone con diverso orientamento sessuale. I leader religiosi dovrebbero aiutare queste persone ad andare avanti” [The Star]. Ma in molti è rimasta la convinzione che, nonostante il ministero l’abbia parzialmente sconfessata, l’idea era proprio quella di individuare gli omosessuali per “sanare questo fenomeno malsano”, come sembra si sia lasciato sfuggire il viceministro della Pubblica istruzione Mohd Puad Zarkashi [Free MalaysiaKini].

E più di un commentatore, come osserva l’analista dei media Rom Nain, è certo che il bigottismo della classe di governo porterà nuove misure di questo genere, sebbene questo tentativo “sia finito nella spazzatura della storia”, perché l’attacco alla comunità LGBTQ* del paese va avanti da mesi e non sembra destinato a finire nemmeno dopo figuracce di questo tipo [Free MalaysiaKini].

Oltre alle reazioni dei commentatori, del personale scolastico e dei leader religiosi, si segnala un’ironica iniziativa del ristorante specializzato in biryani Fierce Curry House di Kuala Lumpur, che ha deciso di offrire un pranzo gratis a tutti i ragazzi con magliette attillate con magliette a V e grosse borse a tracolla, indicate nelle linee guida come elementi identificativi di sospetti soggetti gay [The Star], riscuotendo grande successo e l’approvazione dell’attivista per i diritti LGBTQ* Pang Khee Teik, che si è detto felice dell’indignazione popolare rispetto a quest’iniziativa governativa.

Un’iniziativa non dissimile ma ancor più apertamente anti-LGBTQ* è stata lanciata anche negli Stati Uniti, ma qui per fortuna il governo non c’entra. A proporre un questionario e delle indicazioni per i ragazzi è infatti il gruppo religioso cristiano Mission America, che si propone di combattere gli influssi dell’omosessualità, del femminismo e delle tendenze new age. Ma se per disgrazia dovesse insediarsi alla Casa Bianca Mitt Romney, il rischio è che casi del genere si diffonderebbero, magari anche con l’approvazione governativa.

Michele Benini
©2012 Il Grande Colibrì

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