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Il video è stato girato in Mauritania, ma ha fatto scandalo soprattutto in Senegal, dove è diventato virale sui social media: secondo i giornali rappresentava il matrimonio tra due ragazzi gay senegalesi nella capitale mauritana, Nouakchott. Le immagini (che non pubblichiamo per rispetto delle persone coinvolte), sono riassunte così da un sito di informazione senegalese: “Si vedono i due ‘sposi’ che gironzolano tra tanti amici visibilmente omosessuali e un ballerino vestito da donna che balla con movenze femminee al ritmo del tam-tam“. Nel video, in realtà, ci sono vari ragazzi vestiti elegantemente, che non fanno nulla di particolare, e un ballerino (tra l’altro davvero molto bravo) con dei pantacollant e una maglietta un po’ estrosa. Tutto qui.

Accuse insensate

Lo scandalo online si è però rapidamente trasformato in una caccia all’uomo in Mauritania, dove 10 invitati alla festa sono stati arrestati e rischiano di essere accusati di “atti contro natura“, un reato che, se commesso da un adulto musulmano, l’articolo 308 del codice penale locale punisce in teoria con la morte tramite lapidazione pubblica (in pratica per fortuna questo articolo finora non è mai stato applicato). Secondo una fonte dell’AFP, “la procura ha mandato in prigione i giovani delinquenti omosessuali in attesa di giudizio per atti contro la morale, avendo compiuto azioni proibite da Allah e avendo diffuso le immagini di una cerimonia dissoluta“.

In realtà, le accuse sono basate sul nulla: nel video non si vede assolutamente niente che possa costituire un reato neppure per il severo codice penale mauritano. Persino l’ipotesi che si stesse svolgendo il matrimonio di due uomini è stato smentito dalla polizia stessa, secondo cui la festa sarebbe stata semplicemente il “compleanno di un omosessuale” – e celebrare un compleanno non è certo un crimine! Anche il resto della ricostruzione della stampa di Dakar è stato smentito: non solo non si sono sposati due senegalesi, ma non c’era nessun senegalese presente.

A caccia di scandali

Eppure i giornali di Dakar non hanno rinunciato agli articoli scandalistici: nonostante le smentite della polizia, si continua a parlare di un matrimonio gay tra senegalesi e di una “rete di omosessuali smantellata“, mentre gli arrestati negli articoli diventano 17 e si racconta di rocambolesche fughe all’estero. Neppure la stampa mauritana ha rinunciato a usare toni allarmistici: Zahraa, per esempio, ne approfitta per attaccare il governo, scrivendo nientepopodimeno che “il matrimonio omosessuale in Mauritania è un precedente pericoloso e un indicatore che riflette la debolezza del ministero dell’interno di fronte alle bande criminali del paese“.

Insomma, ci troviamo come al solito di fronte all’ennesimo evidente tentativo di utilizzare l’omofobia della società tanto per vendere clic quanto per trarre vantaggi politici. La speranza per i dieci presunti omosessuali finiti in manette è che vengano rilasciati il prima possibile, dal momento che le accuse si basano sul nulla. Ma le pressioni della stampa scandalistica e la spregiudicatezza di alcuni politici potrebbero portare a un esito molto più tragico.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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