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Il Grupo Gay da Bahia (GGB), in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, ha annunciato che sarebbero state 329 le morti violente di persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) in Brasile durante il 2019. Nel dettaglio, si parla di 297 casi di omicidio e 32 suicidi. Il dato è inferiore a quanto registrato nel 2018, quando si erano verificati 420 casi di questo tipo, mentre nel 2017 le morti classificate come violente di persone LGBT erano state 445.

morti lgbt brasile 2019Avendo effettuato questo tipo di ricerca ogni anno a partire dal 1980, Luiz Mott, fondatore del GGB, ha definito questi dati come “sorprendenti“, visto l’aumento dell’omofobia nella società brasiliana. Il calo degli episodi di violenza potrebbe essere, anzi, dettato dalla paura e dall’uso di cautele. “Queste persone – ha detto Mott – stanno diventando più attente ed evitano situazioni potenzialmente a rischio, per non essere la prossima vittima“. Quindi, per assurdo, una diminuzione degli episodi di violenza può significare che gli omofobi hanno raggiunto il loro scopo: tramite la violenza e le intimidazioni sono riusciti ad allontanare le persone LGBTQIA dalla vita pubblica, portandole a esporsi meno per paura.

In ogni caso, nonostante il calo del 2019, l’aumento generale della violenza omofoba nel paese negli ultimi anni è evidente, se si considera che il dato era di 160 casi all’anno in media durante gli anni 2000 e di 260 nel decennio successivo.

Un altro dato che salta all’occhio è quello relativo alle persone trans, che rappresentano il 35% delle persone LGBTQIA uccise nel 2019. “In termini relativi – spiega Mott – è la categoria più vulnerabile alla morte violenta. Se consideriamo che nel dato del 2019 erano comprese 118 persone trans, ma che si stima che in Brasile queste siano, in totale, circa un milione, si capisce che le possibilità che una persona trans venga assassinata siano 17 volte più alte che per una persona gay“.

Alessandro Garzi
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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