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Con tutte le brutture che ci assalgono quando apriamo un giornale o guardiamo un TG, ogni tanto c’è bisogno di riprendere un po’ fiato con una bella storia, capace di riaccendere la speranza e di restituirci un po’ di fiducia nel genere umano. E allora andiamo a Kotchandpur, una città di quasi 200mila abitanti in Bangladesh, teatro di una vicenda vera, ma talmente positiva da sembrare una favola. Una favola con una morale straordinaria: un mondo senza pregiudizi è possibile e vale la pena continuare a combattere per realizzarlo.

Gli abitanti di Kotchandpur dovevano eleggere il loro nuovo vice-presidente del consiglio comunale, un posto conteso da due candidati: il primo era un uomo, la seconda era una hijra, termine che nel subcontinente indiano indica le persone nate con un corpo “maschile” che adottano abbigliamento e atteggiamenti “femminili” (con un’identità in parte simile a quella delle donne transgender). La sorpresa è che Pinki Khatun, la candidata hijra, ha vinto, anzi ha trionfato, battendo l’avversario con uno scarto di migliaia di voti. Definirla una vittoria storica non ha proprio nulla di enfatico.

“Un grande successo”

L’attivista per i diritti delle minoranze sessuali Anonnya Banik ha ricordato che Pinki Khatun è stata la prima hijra a venire eletta in Bangladesh. E per questo non ha esitato a parlare di “un grande successo” che “creerà un impatto positivo nella società e ispirerà altre persone trans”. E ha aggiunto: “Penso che rifletta un cambiamento nell’atteggiamento dei cittadini bangladesi nei confronti delle persone trans”.

In effetti, come dicevamo, la storia di Pinki ha i tratti di una bella favola. La famiglia non solo ha accettato la sua identità sessuale, ma l’ha sostenuta nel suo attivismo politico. E lo stesso hanno fatto tutti i vicini di casa, spronandola a candidarsi e aiutandola nella sua campagna elettorale: per loro Pinki è la ragazza gentile che da sempre ha aiutato la comunità e chi aveva bisogno. E attenzione: nessuno dice “è hijra, ma...”. La sua identità di genere è chiara a tutti e la difesa dei diritti delle persone trans è stato uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale, insieme all’emancipazione femminile, allo sviluppo economico e alla lotta alla droga. “Sono deliziata: ho fatto campagna porta a porta e le persone hanno risposto positivamenteracconta la politica.

Una magnifica eccezione

Pinki Khatun è una donna di 37 anni che lavora in un negozio di abbigliamento con una grande passione per l’attivismo e la politica. Da anni milita nell’Awami League (Lega popolare, il partito laico di centro-sinistra al governo), di cui è delegata nell’ala giovanile. Per il suo impegno civico da tempo è stata scelta come presidente del comitato direttivo di una scuola elementare. Sì, avete letto bene: in Bangladesh un’attivista trans presiede una scuola elementare ed è così apprezzata da trionfare in un’elezione comunale. Sì, il cambiamento è possibile e Kotchandpur ne è la prova.

Detto questo, la storia di Pinki Khatun è una meravigliosa eccezione. Se storicamente le hijra erano ben inserite nelle società del subcontinente indiano e hanno assunto ruoli di grande prestigio soprattutto sotto l’impero islamico dei Moghul, il colonialismo britannico prima e il fondamentalismo islamico di impronta saudita poi hanno inculcato con la violenza una visione negativa delle minoranze sessuali: oggi la maggior parte delle donne transgender viene cacciata di casa e non riesce a trovare un lavoro decente. Le hijra sopravvivono se va bene esibendosi come danzatrici alle feste, se va male con l’accattonaggio e la prostituzione. Per questo l’impegno e l’esempio di Pinki Khatun sono così importanti: mostrano che i tempi d’oro a volte possono tornare.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da pxhere (CC0)

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