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Serena Tolino è Juniorprofessor di studi islamici all’Università di Amburgo, i suoi temi di ricerca sono il diritto islamico e la storia delle relazioni di genere e della sessualità nel mondo arabo-islamico. Come me la professoressa Tolino è laureata in Studi arabo-islamici all’Università L’Orientale di Napoli, e ha conseguito un dottorato dalla stessa università in co-tutela con la Martin-Luther-Universität di Halle-Wittenberg con una tesi sul tema “Omosessualità e atti omosessuali tra diritto islamico e diritto positivo: il caso egiziano con alcuni riferimenti all’esperienza libanese” (pubblicata da Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2013, 304 pp., 32€).

Tra il 2012 e il 2016 ha lavorato all’università di Zurigo in un progetto sulle ambiguità di genere nel Medioevo arabo e latino, concentrandosi sul caso degli eunuchi nell’impero fatimide, mentre nel semestre invernale 2013 ha lavorato come visiting fellow all’Islamic Legal Studies Program dell’Università di Harvard. Recentemente ha curato con Almut Höfert e Matthew Mesley “Celibate and Childless Men in Power: Ruling Eunuchs and Bishops in the Pre-Modern World” (Uomini celibi e senza figli al potere: Eunuchi e vescovi al governo nel mondo pre-moderno; Routledge, London 2018, 376 pp.).

La collaborazione con Tolino

Insomma, è una studiosa attenta e scrupolosa a cui spesso mi rivolgo per questioni che riguardano la mia fede. Da qui l’idea di condividere con voi il frutto delle nostre conversazioni, con lo scopo di affrontare alcune questioni che può chiarire solo lo studio delle fonti su cui noi musulmani basiamo la nostra pratica religiosa. I non-musulmani avranno l’opportunità di aprirsi ad un mondo nuovo e di trovare spunti per arricchire la loro visione del mondo.

Ogni settimana chiederemo alla professoressa Tolino di concentrarsi su un tema. Cominceremo settimana prossima con il concetto di حرام (haram), continueremo con diverse questioni legate all’omosessualità, all’identità di genere e all’orientamento sessuale dal punto di vista del diritto islamico e analizzeremo come quest’ultimo ha poi influenzato la costituzione di diversi paesi a maggioranza musulmana.

Che cos’è il diritto islamico

Quando si parla di diritto islamico é sempre necessario distinguere tra شريعة‎ (shari’a, letteralmente “strada per l’abbeveratoio, cammino che porta alla fonte”), che indica la strada che i musulmani devono seguire per ottenere la salvezza eterna e, quindi, il Paradiso, e فقه‎‎‎ (fiqh), che invece è l’elaborazione umana fatta dai giuristi (فقهاء; fuqaha’) delle fonti (أصول الفقه; usul al-fiqh) allo scopo di comprendere la shari’a.

Le fonti che i giuristi prendono in esame sono il Corano, considerato dai musulmani parola di Dio, e la Sunna, che secondo la concezione classica comprende quanto il profeta Muhammad ha detto (أحاديث; ahadith), fatto o approvato. La terza fonte del fiqh è il cosiddetto إجماع (ijma’, consenso dei dotti). Infine abbiamo il قياس‎ (qiyas, ragionamento analogico), un processo induttivo disciplinato dalle regole della logica, a cui si ricorre nel caso in cui non si trovi riscontro nelle fonti precedenti.

Queste sono le fonti principali, ma i vari giuristi, a seconda della scuola di appartenenza, ne hanno anche accettate altre, come ad esempiol’العرف (‘urf), o العدة (al-‘adah), ossia la tradizione, la consuetudine accettata in un determinato luogo.

 

Rosanna Maryam *
©2018 Il Grande Colibrì

* Il presente articolo è frutto di appunti del corso del compianto prof. Agostino Cilardo, alla cui memoria è dedicato questo articolo.

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