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I moti che ormai da un paio di mesi stanno cambiando il volto delle principali città del Libano molto probabilmente passeranno alla storia (tranne che nelle nostre tristi contrade dove di quel che succede nel Paese dei cedri, inspiegabilmente, non si parla). Al di là del più che legittimo messaggio politico e sociale portato dai manifestati, quello che più stupisce è il carattere relativamente pacifico di questi giorni di protesta e soprattutto l’abilità dei libanesi nel costruire una rete di supporto ai manifestanti efficentissima e multiforme. C’è chi mette a disposizione cibo, servizi di avvocatura, intrattenimento per i più piccoli e chi si occupa della salute non solo fisica ma anche mentale dei manifestanti.

Un altro impegno molto forte è quello nella riappropriazione degli spazi abbandonati, dismessi dalle amministrazioni per favorire una sempre più pervasiva cementificazione del territorio. Vi consiglio di visitare gli account di Fawra su Twitter, Facebook e Instagram per seguire le attività in svolgimento. Un altro account molto interessante su Twitter è quello di Raja Farah, attivista LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), blogger e pasticcere che attraverso brevi testi mescola acutamente attualità, politica e vissuto personale.

Capovolgendo il titolo del romanzo di A. J. Cronin, questa volta le stelle non stanno a guardare, ma spesso anzi si pronunciano a favore delle proteste. Lo hanno fatto Nawal El Zoghbi e Haifa Wehbe, vere e proprie icone gay nel mondo arabo, seguite da diverse altre star. Alcune, come Elissa e Jad Shwery, hanno realizzato video musicali sul tema. Quale sia la percentuale di impegno politico e quale quella di ritorno d’immagine è difficile da calcolare soprattutto per quanto riguarda Jad, di Elissa invece è piuttosto nota la vicinanza alle Al-Quwwat al-Libnaniyah (Forze libanesi), partito avverso a quello del presidente Michel Aoun.

BouKerch
©2019 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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