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Il nome ufficiale del Brunei è “Dimora della pace”, ma dall’anno scorso questo piccolo stato del sud-est asiatico ricorda solo la guerra agli omosessuali (ma anche agli adulteri e ad altre categorie che però non hanno suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale). Sentendo vacillare il proprio potere per colpa di un’economia in declino e di scandali di corruzione che hanno toccato la famiglia reale, il ricchissimo sultano del Brunei ha usato due classici delle armi di distrazione di massa: l’omofobia e il moralismo. E ha così deciso di introdurre la pena a morte per tutti coloro che non seguono le norme morali stabilite dalle interpretazioni più oscurantiste dell’islam. Per fortuna lo scandalo internazionale lo ha obbligato a stabilire una moratoria.

Ed è proprio grazie a questa moratoria che tre persone, al centro del primo processo per omosessualità in Brunei dall’introduzione delle nuove leggi, avranno salva la vita. Un uomo è accusato di aver ottenuto rapporti sessuali da due altri uomini, promettendogli denaro. Questo pagamento non è mai avvenuto, e anzi l’accusato ha rubato alle vittime del suo raggiro alcuni vestiti e un cellulare. Il truffatore rischia una condanna fino a sei anni di carcere per il reato di furto. Ma si aggiungono anche le accuse di omosessualità, per cui tutti e tre gli uomini coinvolti nella vicenda potrebbero essere condannati a un anno dietro le sbarre e a multe fino a 5mila dollari del Brunei (più di 3300 euro).

A dicembre, invece, è stato condannato in contumacia a 18 mesi di carcere Shahiran, un ragazzo accusato di sedizione per aver criticato prima il ministro degli affari religiosi e poi la legge islamica: la giudice ha scelto una pena relativamente clemente (il giovane rischiava una condanna a 8 anni), ma ha comunque ribadito che l’accusato “ha provocato odio e disprezzo e ha attizzato la disaffezione nei confronti di sua maestà il sultano“. Shahiran non era presente al processo perché, dopo l’introduzione della pena di morte, è fuggito in Canada, dove ha chiesto asilo in quanto omosessuale.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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