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Il Belgio è noto per essere una sorta di paradiso per quello che riguarda i diritti LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali). Due ragazze, la kosovara Goga e la messicana, Lisa si sono accorte a loro spese che questa visione dei diritti civili si ferma sulla porta del centro di accoglienza profughi di Kapellen, vicino ad Anversa.

Goga è fuggita da una situazione molto particolare: suo padre aveva minacciato di ucciderla quando ha scoperto che è lesbica. La ragazza aveva provato a cercare rifugio in Messico, ma questo paese non riconosce il Kosovo come nazione indipendente. Quindi le due si sono recate in Belgio e hanno fatto scadere il proprio visto turistico prima di fare la richiesta di asilo.

“Ci sputano addosso”

Sapevamodiconodi non doverci aspettare un hotel a cinque stelle, ma questi sono i due mesi peggiori della nostra vita“. All’interno del centro le due hanno rivelato immediatamente di essere una coppia, per evitare di venire divise, e la notizia, dice Goga, “si è diffusa molto velocemente. Già dal primo giorno le persone hanno iniziato a inseguirci e sputarci addosso. E le cose sono andate a peggiorare velocemente“. Dopo essere state aggredite, le due ragazze devono farsi la doccia non nella zona comune, ma in una doccia chiusa e separata a un altro piano.

La stanza che gli era stata affidata era lontana da quella dello staff (che rivelano essere, comunque, insufficiente), che avrebbe impiegato troppo a intervenire in caso di aggressione. Hanno chiesto un’altra stanza, ma hanno dovuto desistere dopo aver subito altre angherie da parte di altre ospiti del centro. Goga e Lisa hanno chiesto due volte il trasferimento in un’altra struttura, ma è stato rifiutato a causa del sovraffollamento.

Prima del 2018 in Belgio esisteva Cavaria, un’organizzazione che si prendeva cura delle istanze dei richiedenti asilo LGBTQIA, ma da quest’anno il governo belga ha deciso di assumersi direttamente la responsabilità della questione: dietro questa buona intenzione l’esperienza di Cavaria è stata di fatto cancellata e l’azione pubblica in questo senso è pressoché nulla.

Alessandro Garzi
©2018 Il Grande Colibrì
foto: loilamtan (CC0)

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