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Dickens e Martin, due ragazzi ventenni di Mombasa, la grande città keniana che si affaccia sull’Oceano Indiano, conoscono su Facebook George S., insegnante in una scuola secondaria di Kajiado, un paesino di 8mila abitanti a 500 chilometri di distanza. Il prof gli promette 10mila scellini (quasi 90 euro) se faranno sesso con lui. I due giovani vanno fino a Kajiado e fanno sesso con George, ma quest’ultimo al momento di pagarli è disposto a dare solo la metà di quanto pattuito. L’uomo non si è comportato bene e i due giovani, che hanno affrontato apposta il lungo viaggio, non trovano di meglio da fare che andare a denunciarlo alla polizia. Scelta folle, dal momento che in Kenya i rapporti anali sono puniti con il carcere fino a 14 anni. E infatti la polizia arresta tutti e tre i protagonisti di questa storia assurda.

Per molti commentatori online la colpa è delle organizzazioni non governative (ONG), ormai diventate lo spauracchio degli intolleranti di tutto il mondo: sarebbero loro ad importare l’omosessualità nel paese africano, dicono. Qualcun altro dà la colpa al colonialismo, dimenticando che l’impero britannico non ha introdotto i “rapporti contro l’ordine della natura“, ma al contrario ha imposto la loro criminalizzazione. E poi c’è chi spiega: “Il sesso anale produce l’HIV ed è per questo che, dopo che alcuni uomini a Sodoma e Gomorra volevano andare a letto con un angelo maschio, Dio ha spazzato via le tre (sic!) città”.

Dickens e Martin, insomma,  sono stati incredibilmente ingenui, ma nella gara dell’assurdità sono stati stracciati completamente da tanti connazionali, cresciuti in una società in cui non esistono informazioni corrette sulla sessualità in generale e ancor di più sui diversi orientamenti sessuali. E pensare che, prima del colonialismo, le società keniane erano piuttosto aperte nei confronti delle diversità sessuali, come dimostrano ad esempio i sacerdoti mugawe, che nascevano in un corpo maschile, vestivano con abiti femminili e spesso sposavano uomini. Insomma, se la storia di Dickens e Martin all’inizio fa quasi ridere, viene da piangere a pensare al loro futuro e all’intolleranza che ha conquistato il Kenya.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Mwabonje (CC0)

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