Skip to main content

Attraverso indagini su un’app di appuntamenti per “uomini sessualmente devianti” (sic!), le forze dell’ordine indonesiane hanno scoperto che in una villa di Cianjur, nella provincia di Giava Occidentale, si stava svolgendo un “sex party gay”: l’irruzione della polizia ha portato all’arresto di 5 uomini, tra cui un minore, sorpresi senza vestiti e al sequestro di “elementi di prova” come preservativi, lubrificanti, droghe e alcolici. Tutti gli arrestati sono accusati di aver violato la severissima legge del 2008 contro la pornografia e la “pornoazione”, rischiando fino a 10 anni di carcere e una multa di 5 miliardi di rupie (più di 300mila euro) [CNN Indonesia].

La legge contro il porno

Nonostante il fatto che l’omosessualità sia legale e la legge anti-porno sia esplicitamente rivolta contro le “oscenità” in pubblico, questa norma è ormai abitualmente utilizzata contro chi ha rapporti omosessuali consensuali e al riparo da sguardi indiscreti. Il 2017 è stato un anno terribile, con arresti di massa clamorosi: i due principali, avvenuti in due saune, hanno portato dietro le sbarre 141 persone a maggio [Il Grande Colibrì] e 58 a ottobre [Il Grande Colibrì]. Come spiega a Southeast Asia Globe King Oey, del direttivo dell’organizzazione locale Arus Pelangi, i raid di polizia nei locali gay avvengono da molti anni, “ma ora sembrano sistematici: negli ultimi mesi sono diventati sempre di più”. Inoltre, se prima a fare le retate erano soprattutto i gruppi fondamentalisti, ora è direttamente la polizia.

E, in fin dei conti, a questo punto ha un’importanza secondaria la sentenza del mese scorso con cui la Corte costituzionale indonesiana ha rigettato la richiesta di considerare reati i rapporti sessuali tra maschi e quelli extraconiugali: questi rapporti rimangono leciti solo formalmente, ma in realtà sono severamente puniti ricorrendo a una legge che, pur nella sua illiberalità, dovrebbe trattare di tutt’altro.

“Immoralità e deviazione”

In questo clima già pesante, si è aggiunta pure l’aeronautica, che su Twitter ha annunciato il licenziamento di qualsiasi soldato che compia “atti immorali”. Il riferimento è all’omosessualità? Certamente, è stata la risposta: “Le persone LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e trans; ndr] hanno un disturbo mentale. Ci sono ancora tanti aspiranti soldati mentalmente sani, perché dovremmo accettare quelli malati?”. E ancora: “I rapporti omosessuali sono un peccato, no? Mi spiace tanto, ma neppure gli animali sbagliano il loro obiettivo”.

E se l’aeronautica vola così basso, la società non fa molto meglio, come ricorda ancora King Oey: “La maggioranza degli indonesiani considera ancora l’omosessualità come una deviazione, anche se concordare sulla sua criminalizzazione è un altro paio di maniche”. E così la tradizionale tolleranza indonesiana sembra sempre più un ricordo del passato.

Pier
©2018 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

Leggi anche:
Arresti di massa in Tanzania: “Promuovono l’omosessualità”
Indonesia, ora la polizia propone una task force anti-gay

Leave a Reply