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In Colombia la pandemia causata dal nuovo coronavirus sta avendo effetti davvero nefasti sulle fasce più deboli e indifese della popolazione. Tra chi ne paga il prezzo più alto ci sono sicuramente i membri della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali), vittime di una violenza feroce, che affonda le sue radici nell’intolleranza e nelle discriminazioni.

Il Difensore civico, un organismo per la difesa dei diritti umani introdotto nella costituzione del paese sudamericano nel 1991, non ha dubbi: negli ultimi otto mesi le aggressioni ai danni degli appartenenti alla comunità LGBTQIA hanno subito un incremento a dir poco preoccupante. Da gennaio fino allo scorso agosto sono stati rilevati ben 388 episodi di violenza fisica e psicologica ai danni della comunità queer e in almeno 63 casi le aggressioni sono culminate nell’omicidio. Stando alle informazioni diffuse in un comunicato ufficiale, i membri delle forze dell’ordine sarebbero responsabili di ben 36 episodi di violenza e prevaricazione.

Il Difensore civico non ha dubbi: per fermare questa terribile catena di violenze è necessario che il governo centrale prenda seri e tempestivi provvedimenti. La situazione, che già in precedenza risultava molto difficile e complessa, rischia davvero di degenerare. “Durante la pandemia i pregiudizi e le discriminazioni hanno subito un aumentoha affermato il Garante nel suo comunicato. Al contempo, gli ostacoli per ottenere giustizia si sono purtroppo moltiplicati. Un quadro davvero molto poco rassicurante, che getta pesanti ombre sul futuro e sulla vita di moltissimi esseri umani.

Nicole Zaramella
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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