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Ultimamente mi è capitato di parlare di un tema preciso con conoscenti, tema che ha suscitato incredulità e qualche risata. Sto parlando della devozione dei fedeli musulmani verso la Vergine Maria. No, non è una battuta, ma un dato di fatto: il Corano menziona numerose volte il nome di Maria. Infatti, il suo nome ricorre più volte nel Corano che in tutto il Nuovo Testamento. Il nome di Maria come “Vergine” è  citato 34 volte nel Corano, 11 sono le volte che viene citata come Maryam e 23 come madre di Gesù. Maria (Maryam in arabo) è l’unica donna menzionata in tutto il Corano.

“Gesù, figlio di Maria”

Ogni volta che si cita Gesù, viene riportato il nome di Maria, dal momento che Gesù viene chiamato “‘Isa b.  Maryam”, ovvero “Gesù figlio di Maria”. Una sorta di piccola anomalia, visto che nel mondo arabo ricorre maggiormente  l’usanza patrilineare: alla nascita di ‘Isa, come anche all’inizio della diffusione dell’islam nella penisola arabica, la ricorrenza patrilineare era norma vigente in tutto il perimetro mediorientale, tranne che in Egitto e Nabatea, dove le donne potevano possedere terreni e beni, vendere e comprare e governare i popoli.

Nel Corano si fa riferimento a Gesù come figlio di Maria perché lui non ha un padre terreno, ma la formula “‘Isa b. Maryam” è di importanza assoluta perché indica anche la volontà di elevare ancora di più l’importanza della Vergine.

Il Corano conferisce a Maria un notevole rilievo. Maryam è chiamata anche  al-‘adhra (la vergine) ed è definita come “sostenitrice della verità”. Figura degna di lode e ispiratrice per i sufi, in una logica più popolare la Vergine è molto amata nel mondo arabo, specialmente in Egitto per via della presenza dei cristiani copti.

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Numerosi sono i passi del corano che parlano Maryam, ma qui voglio ricordare tre episodi cruciali.

Nascita e adozione di Maria

Prima di parlarci della nascita di Maryam, il Corano (Sura 3, La famiglia di Imran, 33-34) ci racconta la genealogia della Vergine, sostenendo che discendeva da Adamo, Noè, Abramo e Imran. La storia del concepimento è caratterizzata da un fattore preciso: la devozione dei genitori verso Dio. Il padre della Vergine fu il rabbino della comunità (come viene spiegato nei tafsir, i commentari del corano). Maria venne consacrata dalla madre a Dio: “Mio Signore, ho consacrato a Te, e solo a Te, quello che è nel mio ventre. Accetta da me questo dono”.

Nella Sura 3 (versetti 35-37), ci viene anche  raccontato di come Maria fosse un chiaro esempio di virtuosismo e di fede. Il testo sacro ci parla di una discussione tra i rabbini dopo la morte del padre: tutti volevano adottarla. Si riuscì a trovare una soluzione: tutti avrebbero dovuto lanciare delle penne nelle acque di un fiume e quella che sarebbe rimasta sul fondo avrebbe indicato il nuovo padre putativo di Maryam. Così venne affidata alle cure di  Zaccaria, che le costruì una stanza nel tempio, dove lei pregava giorno e notte. Quello a cui assistiamo successivamente, al versetto 37, è il miracolo che meraviglia Zaccaria: la giovane Maryam è sempre rifornita di cibo direttamente da Dio.

L’Annunciazione dell’angelo

La Sura 19 del Corano è chiamata “Surat Maryam” (Sura di Maria) e contiene il racconto dell’Annunciazione. Maria si ritira in una località orientale, lontana dal suo popolo. Qui viene visitata da un angelo di Dio, che si manifesta come uomo e le dice di essere stato mandato per farle avere un figlio. Lei, spaventata, gli chiede:  “Come potrò avere un bambino […] se nessun uomo mi ha mai toccata?” (versetto 20). L’angelo la rassicura, sostenendo che la cosa è facilmente risolvibile quando si parla dell’Onnipotente. Tutti gli studiosi musulmani concordano sul fatto che l’angelo avesse “soffiato” sul vestito della Vergine, senza toccarla, e lei percepì il feto all’interno del suo grembo.

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La nascita di Gesù nel Corano

L’ultimo episodio è quello della Natività, che è diverso dal Nuovo Testamento e dai Vangeli. Infatti Maria si ritira in un luogo lontano e le doglie la guidano verso il tronco di una palma. Il versetto 23 della Sura 19 recita: “I dolori del parto la condussero presso il tronco di una palma. Diceva: ‘Me disgraziata! Magari fossi morta prima, magari mi avessero già del tutto dimenticata!'”. Gesù allora prende la parola e la rassicura e grazie a lui, per miracolo, riesce a trovare cibo e acqua.

Maria quindi ritorna nel suo villaggio con il bambino e viene rimproverata per essere rimasta gravida. Ma Gesù le viene in aiuto: “In verità, sono un servo di Dio, che mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta […] e mi ha imposto […] la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento, né miserabile. Pace su di me, il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita” (versetti 30-32).

La moschea di Abu Dhabi

Nell’islam vi sono diverse figure femminili degne di lode, come le due mogli del Profeta, ‘A’isha e Khadîja, oppure la figlia più cara al profeta, Fatima, tanto amata e importante che la potente dinastia dei Fatimidi trasse il proprio nome proprio da lei. Maria si inserisce in questa “lista”, è infatti ritratta come una donna straordinaria, virtuosa e pura, e per questi motivi è  degna di essere la madre di Gesù.

Interessante, a questo proposito, è la notizia che arriva in queste ore dagli Emirati Arabi Uniti: il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti ha deciso di cambiare nome a un’importante moschea di Abu Dhabi.  La moschea si chiamava da anni “Moschea dello sceicco Mohammad bin Zayed”, mentre ora è dedicata a Maria, madre di Gesù [Emirates Woman].

 Anes
©2017 Il Grande Colibrì

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