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My Guardian Angels (I miei angeli custodi) è una serie televisiva molto nota e apprezzata a Singapore, dove va regolarmente in onda a partire dallo scorso maggio. Prodotta e distribuita dal colosso massmediatico Mediacorp, questo fortunato family drama può contare su uno zoccolo duro di spettatori che seguono fedelmente le vicissitudini di Mandy, Si Jin e Miao Miao, tre madri single impegnate a crescere da sole i rispettivi figli. Nei giorni scorsi, però, la stima e l’affetto di cui la serie ha sempre goduto sono stati sostituiti da un’ondata di critiche e di forte riprovazione.

Crudeli stereotipi

A scatenare l’indignazione dei fan è stata la scelta di inserire all’interno della narrazione un ragazzo omosessuale dotato di caratteristiche particolarmente negative. Il personaggio in questione, un allenatore di basket interpretato dal giovane attore Chase Tan, infatti è stato descritto come un pericoloso pedofilo affetto da malattie sessualmente trasmissibili. Un vero e proprio concentrato di crudeli stereotipi che hanno fatto infuriare non poco numerosi appartenenti alla comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali), che hanno riversato tutta la loro riprovazione sulla pagina Instagram di Channel 8, il canale televisivo che trasmette la soap opera incriminata.

Immediata anche la reazione di Action For Aids (Azione per l’AIDS; AFA), un’organizzazione non governativa di Singapore che da trent’anni offre aiuto e sostegno alle persone sieropositive. In un comunicato ufficiale diffuso lo scorso 8 luglio, i vertici di AFA hanno espresso tutto il loro sconcerto e rammarico per quella rappresentazione così ingiusta e negativa. Come ben sottolinea il comunicato dell’organizzazione, “rappresentare gli uomini gay come dei pedofili non fa altro che rinvigorire le false credenze e i pregiudizi aumentando di riflesso le sofferenze di tante persone che, proprio a causa dello stigma sociale a cui sono sottoposte, sono costrette a vivere un’esistenza ai margini”.

bambini uomini stuprati siriaUna risposta tardiva

In seguito alla forte ondata di proteste, la casa di produzione Mediacorp è stata costretta a correre ai ripari. Non subito, però: la marcia indietro e le scuse sono infatti arrivate soltanto il 14 luglio. Attraverso le parole di un portavoce, l’azienda si è detta dispiaciuta per aver urtato la sensibilità degli appartenenti alla comunità LGBTQIA, sottolineando il fatto che non fosse sua intenzione offendere o mancare di rispetto alle persone omosessuali. Nella sua dichiarazione ufficiale, Mediacorp ha anche precisato di aver scelto di raccontare una situazione così complessa come quella delle molestie sui minori per incoraggiare i più giovani a fare attenzione e a denunciare gli eventuali atti di violenza compiuti ai loro danni.

In ultimo, dai vertici della casa di produzione è giunto anche l’invito a porre definitivamente fine alla sequela di insulti e minacce che avrebbero colpito alcuni interpreti della serie. Tra di essi spicca sicuramente il giovane Chase Tan, l’unico ad aver finora risposto apertamente alla richiesta di chiarimento dei suoi numerosi fan. In un post pubblicato sul suo profilo Instagram lo scorso 3 luglio, il ragazzo ha infatti espresso tutto il suo rammarico per il dolore e il disagio che il suo personaggio aveva provocato in tanti individui. “Sono un aspirante attore e ogni opportunità lavorativa che mi viene offerta è per me molto preziosa” ha scritto Tan nel suo comunicato, significativamente concluso con un breve ma esplicativo “I’m sorry (Mi dispiace).

Nicole Zaramella
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Pikist (CC0) / da Myriam’s Fotos (CC0)

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