Skip to main content

L’omicidio di Denali Berries Stuckey avvenuto a North Charleston in Carolina del sud lo scorso 20 luglio, secondo quanto riporta l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Campaign (Campagna per i diritti umani; HRC), è il dodicesimo assassinio di una donna trans avvenuto negli Stati Uniti nel corso del 2019, mentre erano stati 26 nell’intero 2018. HRC ha quindi lanciato l’hashtag #SayTheirNames (Dire il loro nome) per ricordare i nomi delle donne assassinate e per cercare di rendere loro giustizia.

In molti di questi casi – dice un comunicato dell’organizzazione – gli omicidi sono frutto di un chiaro odio verso le persone transgender. Ma anche negli altri lo status di persona transgender della vittima può avere influito nel creare un rischio, come ad esempio il fatto di essere disoccupate, povere, senza fissa dimora e di dover sopravvivere attraverso il mercato del sesso“. Un altro particolare da tenere in considerazione è che tutte le donne trans uccise negli Stati Uniti quest’anno erano donne di colore, che secondo HRC sono colpite in modo sproprozionato dalla violenza.

Purtroppo, la diffusione di notizie di questo tipo viene ostacolata anche dal lavoro dei giornalisti locali e dalle forze di polizia che spesso usano nomi e pronomi sbagliati nel riportare quanto avvenuto. “Per fortuna – dice HRC nelle sue linee guida per stampa e polizia – oggi molti giornalisti rispettano le identità delle persone transgender ed evitano gli stereotipi che possono fomentare ancora di più i pregiudizi, la discriminazione e la violenza“.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

Leggi anche:
“Troppa violenza contro le trans”: la denuncia dei medici USA
Studenti trans: più violenze e più comportamenti a rischio

Leave a Reply