Skip to main content

Un’amara conseguenza del COVID-19, aggiunta a una lista già molto lunga, riguarda notizie che potrebbero fare i titoli dei giornali e invece sono relegate nelle ultime pagine. Ciò può portare a trascurare deliberatamente certe difficili problematiche dando così l’opportunità ai governi di non prendersene carico. Alcune delle esperienze di coloro che fuggono dalle persecuzioni nei propri paesi di origine a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere (SOGI; Sexual Orientation and Gender Identity), e che quindi cercano asilo in Europa, devono invece riuscire ad arrivare all’attenzione pubblica.

Quando si parla di offrire protezione alle minoranze, tra cui quelle nella comunità LGBT (lesbiche, gay bisessuali, trans), gli europei sono fortunati ad avere alcune delle migliori leggi al mondo. Nonostante questo, alcuni stati europei sono più liberali di altri, ma ancora troppi devono sopportare atti di omofobia e transfobia. Immaginate come possa significare per chi è fuggito da uno stato dove non solo non esistono leggi che ti proteggono, ma in cui addirittura c’è il rischio di subire un linciaggio per la sola colpa di essere come si è.

Una ricerca condotta dall’Università del Sussex ha segnalato che nel Regno Unito, come nel resto d’Europa, circa un terzo delle persone richiedenti asilo per motivi legati al proprio orientamento sessuale, si è visto negare la richiesta di asilo perché le autorità preposte non hanno dato credito alla sua storia.

Nel Regno Unito tutto ciò si adatta perfettamente al “carattere ostile” del governo e alla sua politica nei confronti degli immigrati. I funzionari, a quanto pare, possono negare la cittadinanza inglese a chi prova onestamente a ottenerla, poiché i richiedenti possono davvero trovare difficoltà nel presentare prove che diano credito alle loro domande. Quando vivi in una città che sopprime la libertà d’espressione, fornire foto o lettere d’amore che provino che hai avuto relazioni omosessuali diventa molto difficile, oltre che rischioso. La conseguenza del non essere creduto può essere devastante se aggiunta alla mancanza di speranza.

uomo asiatico triste soloA rincarare lo sconforto, certe ricerche hanno svelato che spesso il peso della ricerca delle prove è tutto a carico del richiedente. Un requisito importante, stando alle leggi internazionali sui rifugiati, è che partecipino alla raccolta delle prove entrambe le parti, sia i richiedenti asilo che la commissione che poi deciderà se accogliere le richieste. Eppure tale ricerca ha concluso che i funzionari dell’immigrazione spesso non prendono in carico i casi con la dovuta imparzialità e che, al contrario, se ne stanno seduti in silenzio ad aspettare di essere “convinti” dai richiedenti.

Le testimonianze di alcuni richiedenti sono agghiaccianti: una donna, proveniente da un paese africano che non fornisce nessuna protezione alle persone omosessuali, ha descritto un interrogatorio (più simile a un terzo grado) di sette ore negli uffici dell’UK Home Office, il ministero dell’interno britannico: “Come fai a sapere che sei lesbica? Quanti anni avevi quando l’hai capito? A chi l’hai detto?”. Queste le domande che le sono state sottoposte. Domande fatte a una donna che ha già dovuto subire gli abusi di un marito violento che è stata costretta a sposare, che è stata ripetutamente stuprata da due uomini che volevano “farla tornare etero” e che ha anche dovuto sopportare la brutalità della polizia quando è stata scoperta a letto con un’altra donna.

Ciò che ha svelato sull’interrogatorio alla Home Office mostra quanta poca empatia sia presente in questi ambienti. Le è stato detto che una volta nel Regno Unito niente le avrebbe impedito di avere una relazione omosessuale con un’altra donna, allora perché ancora non ne aveva una? Le risposte della donna sono toccanti per la loro onestà, infatti ha risposto che la sua identità è venuta fuori per i sentimenti che ha provato e che, nel passato, non ha avuto la libertà di uscire allo scoperto.

Subire la richiesta di provare la propria identità sessuale a uno sconosciuto, in un paese straniero, può essere umiliante e traumatico. Inoltre è profondamente scorretto paragonare il processo della scoperta dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere con persone provenienti da paesi in cui le norme e le leggi possono essere totalmente differenti da quelle occidentali. In ogni caso, i richiedenti asilo si sono visti rifiutare le loro richieste poiché non in grado di fornire, tramite linguaggio emotivo e la descrizione dei pensieri che li ha portati alla realizzazione della loro identità, prove a supporto della loro richiesta.

donna bianca triste depressaI richiedenti asilo LGBT in molte occasioni hanno subito ulteriori denigrazioni nel Regno Unito. Per esempio un giudice di un tribunale per l’immigrazione ha deciso di respingere la richiesta di un uomo perché questo non aveva un “comportamento sufficientemente gay“, al contrario di un altro uomo che indossava il rossetto e aveva un look “effemminato”. In questo caso il giudice si convinse della sua omosessualità.

In più, alcuni richiedenti subiscono violenze ed abusi nei centri di detenzione del Regno Unito, sia dai detenuti che dallo staff, proprio a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Secondo Stonewall (organizzazione di beneficienza per i diritti LGBT), i richiedenti asilo trans sono particolarmente a rischio quando si trovano in prigione. Per esempio, una rifugiata trans è stata detenuta in svariati centri per la detenzione maschile nonostante avesse sempre dichiarato che si identificava come donna. Ci sono molti reclami riguardo il rischio per le persone transessuali che vivono situazioni di pericolo, per esempio nei dormitori e nelle docce con gli altri detenuti.

Il Regno Unito ha rifiutato migliaia di richieste di asilo da parte delle persone LGBT arrivate da paesi in cui atti consensuali tra persone dello stesso sesso sono illegali. Vedere la propria identità esaminata in modo approssimativo, per poi non prenderla come vera, aggiunge un importante fattore di stress su persone che sono già marginalizzate o che sono state vittime di abusi e violenza (a volte quasi mortali) nei loro paesi di origine solo perché omosessuali.

Quando si parla di richiedenti asilo, il governo del Regno Unito sembra voltarsi dall’altra parte, mentre dovrebbe occuparsi di sconfiggere l’omofobia e la transfobia. Il rifiuto categorico di così tanti reclami di richiedenti asilo a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere sembra essere una “vittoria” veloce ed economica per l’Home Office britannico, che punta a ridurre i numeri dell’immigrazione basandosi sulle impressioni e non sui fatti.

Peter Markham
scrittore e corrispondente per Immigration News UK, piattaforma multimediale che aiuta ad avere più informazioni sulle ingiustizie subite dai migranti e sugli eventi in tutto il mondo
traduzione di Tiznik
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Pikist (CC0) / Il Grande Colibrì / elaborazione da Pikist (CC0)

Leave a Reply