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Non sembra davvero esserci pace per Shakiro e Patricia, due giovani donne trans camerunensi. Solo pochi mesi fa le due ragazze erano state fermate e arrestate con l’accusa di mancato possesso di documenti di riconoscimento validi, oltraggio del pudore e violazione dell’articolo 347-1 del codice penale del Camerun (quello che considera l’omosessualità un reato punibile con multe particolarmente esose e pene che vanno da 6 mesi fino a 5 anni di carcere). E sono proprio cinque gli anni di galera che Patricia e Shakiro dovranno scontare se la sentenza espressa dal tribunale di Douala sarà confermata anche in appello. Nell’attesa di conoscere la definitiva decisione dei giudici, le due donne sono state intanto rilasciate.

In grave pericolo

Una notizia all’apparenza molto positiva, che si è però quasi subito scontrata con una realtà a dir poco terrificante: se per le due ragazze la vita dietro le sbarre era un autentico inferno, non si può certo dire che quella fuori dal carcere sia meno difficile e pericolosa. A pochi giorni dalla loro liberazione, Shakiro e Patricia sono infatti rimaste vittime di un violento attacco di chiara matrice transfobica. Il brutale episodio si è consumato lo scorso 8 agosto nelle strade di Douala. Era circa l’una di notte quando un gruppo di assalitori ha accerchiato il taxi su cui viaggiavano le due donne e le ha trascinate fuori minacciandole di morte, ricoprendole di insulti e picchiandole selvaggiamente per almeno mezz’ora prima che la polizia intervenisse a fermarli.

Sono stata spogliata nuda renderebbe e colpita in ogni parte del corpo da parecchie persone” ha raccontato Shakiro ancora visibilmente scossa. Nel corso della sua testimonianza, la giovane ha inoltre sottolineato che per salvarsi dall’aggressione ha dovuto fingersi morta. Le sue parole e quelle di Patricia trovano peraltro riscontro in un video girato proprio quella notte e subito fatto circolare sui social media.

Basta impunità

In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Alice Nkom, l’avvocata incaricata di difendere Shakiro in tribunale, si è augurata che gli aggressori non restino impuniti e ha espresso la sua volontà di andare a fondo della questione. La speranza, seppur a dire il vero molto blanda, è che la polizia di Douala si faccia carico dell’episodio e si dia da fare per rintracciare i colpevoli. Un aiuto in questo senso potrebbe venire proprio dal video che immortala le terribili sequenze di quella notte di terrore.

Nicole Zaramella
©2021 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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