In Cina la perpetuazione della famiglia è un valore ancora centrale, tanto che in moltissimi contesti sociali fare figli è considerato come un vero e proprio dovere. Anche se la situazione sta cambiando, molte famiglie fanno pressioni fortissime su chi non ha l’intenzione di fare figli (o sembra non averla): giovani single, ragazzi gay e ragazze lesbiche, sposini che non hanno ancora procreato. Molti genitori e suoceri sono addirittura pronti a boicottare attivamente la vita professionale di figlie e nuore pur di convincerle a stare a casa a partorire e allevare i figli. Inoltre, per tante donne la fine della politica del figlio unico nel 2016, e quindi la possibilità di avere un secondo figlio, si è tradotta in nuove pressioni per arricchire la famiglia con un nuovo nato in più.
Ma “a che titolo noi donne dovremmo rinunciare alla nostra realizzazione personale e sacrificare la nostra giovinezza solo per rispondere alle richieste di mariti, suoceri e genitori?“, si è chiesta una ragazza in un lungo post sul forum Zhihu. Il suo testo ha suscitato una sorprendente ondata di discussioni, fino a straripare fuori dai confini della Cina continentale e investire anche Hong Kong e Taiwan.
Mamma al cinema, papà coi pannolini
Nel post della discordia, la giovane donna ha spiegato di avere stretto un patto con la propria famiglia: visto che lei guadagna più del marito, avrebbe accontentato i parenti “sfornando” un bebè, ma poi non se ne sarebbe più occupata. “Ho portato il bambino per nove mesi, ho sofferto molto per causa sua: mi ha deformato il corpo e ho dovuto assentarmi dal lavoro… e ora dovrei ancora usare il mio tempo per allattarlo, cambiargli i pannolini, cucinare e pulire? – ha detto ai parenti – Dovrei fare tutto questo per perpetuare la vostra discendenza ancestrale e darvi la gioia di una progenie numerosa? E magari, mentre io faccio tutta la fatica, voi vorresti prendervi tutto il piacere di coccolarvi il bebè?“.
E infatti, appena nato il figlio, è stato allattato artificialmente e sono il padre e i nonni a occuparsi di tutto, dalla pappa al cambio dei pannolini, lavori domestici compresi. La madre, invece, lavora e la sera esce con le amiche, gioca con loro, va in palestra o al cinema. Alla fine sembra che nessuno sia particolarmente scontento. In particolare non lo è la mamma, che anzi si dice felicissima di “avere ormai un ruolo equivalente a quello di un papà“, e cioè portare i soldi a casa e fregarsene del resto.
Cambia qualcosa nei ruoli di coppia?
Molte donne e anche molti uomini hanno manifestato la propria approvazione per questa testimonianza di vita, che, lungi dall’apparire un testo in qualche modo satirico, evidentemente ha toccato un nervo scoperto della società cinese e che alcuni hanno descritto come un manifesto per un nuovo femminismo. Ma anche i commenti negativi sono stati tantissimi, compresi quelli di chi ha definito il testo pericoloso per l ‘ordine stabilito o persino frutto di un sofisticato complotto.
Altre critiche, invece, sembrano più interessanti ed equilibrate, come quella proposta da Huang Xiuwei su Duanchuanmei. La giornalista punta il dito contro la logica sessista secondo cui il partner che guadagna di più, una volta portato a termine il suo ruolo nella riproduzione, possa far ricadere tutti i compiti più gravosi sull’altro componente della coppia. Huang si chiede: davvero guadagnare di più “è una buona ragione per non fare niente a casa? Occuparsi dei propri cari diventa secondario e facoltativo rispetto al lavoro e ai soldi? E poi, se una donna non è riuscita a fare carriera e non è indipendente dal punto di vista finanziario, allora è obbligata a occuparsi di bambini e anziani, a cucinare e fare i lavori domestici?“. L’anonima mamma ha avuto almeno il merito di aprire il dibattito anche al grande pubblico.
Pier Cesare Notaro
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foto: Il Grande Colibrì
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