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La cosa paradossale degli “uomini forti” è che di solito muoiono di paura di fronte alla possibilità di affrontare le proprie responsabilità. Lo sappiamo bene in Italia, in cui da anni sentiamo piagnucolare Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ogni volta che devono presentarsi davanti a un giudice. E lo sanno bene in Israele, con il loro primo ministro Benjamin Netanyahu che, pur di non aver affrontare le pesanti accuse di corruzione, frode e violazione di obblighi fiduciari, è pronto davvero a tutto – probabilmente pure a dare un ministero agli islamisti di Ra’am (Lista araba unita) pur di avere il loro voto a favore della propria immunità.

L’improvvisa ventata d’amore degli islamisti per Benjamin Netanyahu è stata giustificata con la necessità di impedire politiche a sostegno delle minoranze sessuali, ma per le associazioni LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), in realtà, non sarebbe il male peggiore. La campagna elettorale, infatti, sta riservando sorprese ben più cattive.

Siamo turbati dalle notizie sugli sforzi per garantire che i partiti estremisti superino la soglia elettorale ed entrino in parlamento: cercare di sdoganarli è un fenomeno pericoloso che rischia di normalizzare il razzismo in parlamento e nella società israeliana” scrive l’Anti-Defamation League (Lega antidiffamazione), nota organizzazione che combatte l’antisemitismo e la discriminazione. Aguda, la principale associazione arcobaleno israeliana, denuncia “un brutto schiaffo sulla faccia di centinaia di migliaia di persone LGBTQIA“. Ma che cosa è successo?

israele democrazia crisiSempre più a destra

Netanyahu punta a un governo ancora più omofobo e razzista“, avevamo titolato nel 2019. Netanyahu, per cercare di garantirsi il governo e l’impunità, non solo si era alleato con il partito fondamentalista di estrema destra HaBayit HaYehudi (La casa ebraica), ma lo aveva spinto a creare una lista elettorale comune con un movimento ancora più estremista, Otzma Yehudit (Potere ebraico), candidando senza battere ciglio uomini condannati per terrorismo e incitamento al razzismo. Il programma di questi partiti è un mix esplosivo di razzismo e omobitransfobia, con proposte che vanno dall’espulsione dei cittadini israeliani non ebrei all’instaurazione di una teocrazia basata sulla halakhah, la legge religiosa ebraica.

Ecco, ora Netanyahu è riuscito a sdoganare forze politiche persino peggiori. Il suo partito, il Likud (Consolidamento), ha firmato un accordo di condivisione dei voti che permetterà a una nuova coalizione di estrema destra, voluta proprio da Benjamin Netanyahu, di entrare in parlamento e poi nel governo. Questa coalizione nasce dall’unione tra Otzma Yehudit e due altri partiti fondamentalisti ebraici ancora più estremisti, cioè HaTzionut HaDatit (Partito sionista religioso) e Noam (Amabilità).

Boom di omofobia

In particolare Noam, pur condividendo tutto il razzismo e il suprematismo ebraico degli alleati, è nato nel 2019 con un solo e unico grande obiettivo: impedire di riconoscere i diritti delle persone LGBTQIA, che minaccerebbero la famiglia, lo stato e l’ebraismo. Noam ha anche creato un fondo per finanziare le “terapie di conversione” (o “terapie riparative”), cioè quelle forme di vera e propria tortura psicologica, fisica e/o sessuale che promettono di trasformare chiunque in una persona eterosessuale cisgender. Appena nato, Noam ha lanciato una grande campagna sotto lo slogan “Israele sceglie la normalità”, che aveva portato in appena un mese a un aumento del 58% degli episodi di omobitransfobia online, secondo Aguda.

Questo dato mostra quanto siano pesanti anche a livello sociale le conseguenze della volontà scriteriata di Benjamin Netanyahu di spalancare le porte alle forze politiche più esplicitamente basate su discorsi d’odio contro chiunque non sia ebre@, cisgender ed eterosessuale. Ma in realtà è un dato parziale: il quadro generale è ancora più fosco. Come riporta Aguda, in Israele nel 2020 si è registrato un caso di violenza e odio contro la comunità LGBTQIA ogni tre ore, con un aumento del 27% rispetto al 2019. Il numero diventa ancora più inquietante se pensiamo che già il 2019 aveva segnato un +36% rispetto all’anno precedente. Insomma, in due anni la violenza contro le minoranze sessuali è cresciuta addirittura del 72%.

pugno aggressivo violenzaSuprematismo ebraico

I governi di Israele hanno abbandonato la comunità LGBTQIA, non ne garantiscono i diritti fondamentali e non ne salvaguardano la vita e la sicurezza, facendo dilagare l’odio” afferma Ohad Hezki, direttore generale di Aguda, con parole pesanti che sono tutt’altro che rare tra le forze laiche e progressiste israeliane. E che riecheggiano sulla stampa ebraica di tutto il mondo.

Sul giornale britannico Jewish News, per esempio, Anna Roiser lancia l’allarme: “L’aperta adesione della destra israeliana all’ideologia razzista della supremazia ebraica (l’idea che gli ebrei siano superiori agli altri) è uno sviluppo a cui dovremmo opporci tutti e da cui dobbiamo stare in guardia nella nostra comunità“. Negli Stati Uniti, ancor prima degli ultimi pessimi sviluppi, Batya Ungar-Sargon aveva scritto: “Dalla legge sullo stato-nazione, che ha sancito la supremazia degli ebrei sulle minoranze di Israele, allo sdoganamento dei revisionisti dell’Olocausto in Polonia e Ungheria, fino all’amicizia con i leader razzisti di altri paesi come le Filippine e il Brasile, Netanyahu ha puntato tutto sull’etnonazionalismo razzista“.

Il silenzio dei media

Questo profondo allarme, però, non risuona quasi mai nei media LGBTQIA del resto del mondo, che spesso hanno fatto propria la visione idilliaca, spacciata dal governo israeliano (giustamente accusato di pinkwashing, cioè di fare di tutto in patria per non riconoscere i diritti delle persone LGBTQIA mentre si pubblicizza come loro difensore all’estero), di Israele paradiso per le minoranze sessuali e di Netanyahu paladino dei diritti. Altri media, invece, temono di essere assurdamente accusati di antisemitismo se osano dare voce alle critiche contro un governo razzista e omobitransfobo. Paradossalmente, in questo modo vengono ridotte al silenzio proprio le forze laiche e progressiste israeliane vicine alle minoranze sessuali del paese.

Pier Cesare Notaro
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Presidente of Ukraine (CC BY 4.0) / da raandree (CC0) / da pxhere (CC0)

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