Skip to main content

Per quanto la Thailandia possa essere politicamente e socialmente ancora un po’ indietro nel percorso del riconoscimento dei diritti per le coppie dello stesso sesso (anche se potrebbe essere, a breve, il primo paese asiatico ad approvare una legge sulle unioni civili), occupa il quarto posto al mondo per quello che riguarda i ricavi provenienti dal turismo LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali). “La Thailandia – dice Srisuda Wanapinyosak, vicedirettore dell’autorità turistica del paese – ha già al momento prodotti e offerte per questo mercato. Il focus adesso è capire come potremmo servirlo meglio”.

Il turismo è il settore più in crescita dell’economia thailandese e un ulteriore sviluppo dell’offerta per le minoranze sessuali potrebbe portare a un nuovo slancio. Basti pensare che il turismo contribuisce per circa un quinto al prodotto interno lordo (PIL) del paese e la fetta relativa al turismo LGBTQIA vale già adesso ben l’1,15% del PIL, una percentuale che nessun altro paese riesce a raggiungere: per fare un confronto, nei tre paesi che precedono la Thailandia nel gettito prodotto dal turismo LGBTQIA, la percentuale di contributo al PIL nazionale è dello 0,13% negli USA, dello 0,46% in Spagna e dello 0,21% nel Regno Unito.

gettito turismo gay

Un esempio ipocrita?

Secondo Robert Sharp, fondatore di Out Adventures, azienda canadese che opera nel settore del turismo LGBTQIA, “la Thailandia vede questo segmento come un’opportunità per promuovere l’immagine del paese e può veramente diventare un esempio di come possa esserci anche un vantaggio finanziario nel venire incontro alla comunità: le altre destinazioni turistiche potrebbero trarre, da questo, una lezione”.

Negli ultimi anni Bangkok è diventata la città più gradita alla comunità LGBTQIA in Asia, sorpassando mete come Tokyo, Hong Kong e Shanghai, nonostante le minoranze sessuali locali lamentino ancora l’esistenza di pregiudizi e di barriere nei loro confronti che rendono impossibile trovare un’occupazione al di fuori del settore dell’intrattenimento.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

Leggi anche:

Vacanze LGBT, ci si può fidare davvero del Gay Travel Index?

Non c’è solo uomo e donna: il “tetraismo di genere” siamese

Leave a Reply