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Cinque indonesiani sono stati arrestati in Malesia durante un raid in un albergo con l’accusa di aver organizzato una vera e propria agenzia che offriva servizi sessuali agli uomini del paese asiatico. L’operazione, condotta dal dipartimento dell’immigrazione di Penang, è stata preparato per due settimane prima dell’intervento che ha portato all’arresto degli uomini indonesiani, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Per gli accusati non è in ballo qualche violazione delle leggi sull’immigrazione, dato che i loro documenti erano in regola e gli stessi inquirenti hanno specificato che erano entrati nel paese legalmente, ma svolgendo prestazioni a pagamento hanno violato il loro visto. In realtà la loro vera “colpa” è chiaramente quella di aver fatto sesso con altri uomini, tanto che i funzionari che li hanno arrestati hanno considerato quali prove dei loro crimini il possesso di gel e preservativi, che gli sono stati sequestrati.

La situazione nella regione appare sempre più grottesca e preoccupante per le persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersex e asessuali): dalla censura che ha colpito il fumetto del disegnatore malese Al Pantuni in Indonesia al programma scolastico per curare i gay in Malesia, ritirato dopo le proteste, è decisamente un brutto periodo per la comunità arcobaleno nel sudest asiatico e i toni continuano a salire anche a causa delle elezioni politiche che si stanno svolgendo in diverse nazioni della regione.

Michele Benini
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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