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Con un’irruzione alle prime ore del mattino in un appartamento privato, la polizia di Dakar, la capitale del Senegal, ha interrotto lo svolgimento di un matrimonio tra due uomini e ha quindi arrestato decine di ragazzi tra i 18 e i 30 anni: dietro le sbarre sarebbero finite 25 persone secondo la maggior parte delle fonti, ma alcune ne indicano 28. Gli agenti hanno sequestrato decine di presunte prove con cui accusare i giovani di “atti contro natura“: fedi nuziali, preservativi, lubrificanti, test per l’HIV, trucchi, rossetti, profumi, addirittura – si fa per dire – salviette e saponi (sic!). “L’arsenale per un’orgia” strilla il titolo di uno dei principali siti d’informazione del paese, mentre altri festeggiano l’arresto dei “froci” (sic!).

Con totale mancanza di rispetto della privacy, la polizia non ha mancato di controllare cellulari e tablet dei presenti, scoprendo immagini pornografiche gay. Un elemento in più che verrà portato davanti ai giudici, che potranno condannare tutti i ragazzi a cinque anni di carcere. A meno che, come successo per i dieci uomini arrestati a Touba, non si riescano a racimolare i soldi per pagare una specie di tangente-riscatto alla polizia. Tutto questo accade in uno stato che l’attuale governo italiano, con un decreto firmato da Di Maio, Lamorgese e Bonafede, giura e spergiura essere un “paese sicuro” per gli omosessuali pur di non concedere protezione alle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) perseguitate.

Associazioni in festa

Intanto alcune associazioni islamiche senegalesi si sono scatenate subito a festeggiare la notizia. Andd Samm Jikko Yi, un’organizzazione che si batte per i “valori morali” (sic!) e che si felicita per “il comportamento omofobo [sic!] del valoroso popolo senegalese“, ne ha approfittato per lanciare un appello per “rinforzare la vigilanza per preservare il nostro paese da questi anti-valori assurti a diritto in nome del diritto internazionale” e per “raddoppiare l’impegno per evitare i danni collaterali che produrrebbe questa abiezione chiamata LGBTQI+“.

uomini neri nudi tristiMa a prendersi la scena è soprattutto Jamra, una potente associazione che si è resa protagonista delle più strampalate accuse contro le minoranze sessuali, colpevoli, secondo l’organizzazione, di cercare di “omosessualizzare” il Senegal attraverso di volta in volta le magliette arcobaleno o i cartoni animati per bambini. Ora ha lanciato una caccia all’uomo per trovare “la levatrice dei devianti (sic!), cioè il molto presunto organizzatore del matrimonio, uno psicologo che sarebbe in fuga. Le accuse nei suoi confronti si baserebbero sul ritrovamento della sua carta d’identità nell’appartamento dove si stava svolgendo il matrimonio ed è impossibile sapere se è una bufala di Jamra per attirare l’attenzione o magari anche una trappola contro un personaggio scomodo.

Dolce depravazione

Nel frattempo Jamra ha lanciato un nuovo tormentone complottista: questa volta la comunità LGBTQIA starebbe cercando di “omosessualizzare” i bambini senegalesi prendendoli per la gola. Al centro dello scandalo, denuncia l’associazione, ci sono dei “gadget-dolcetto in vendita vicino alle scuole e nei negozi dei quartieri popolari, con personaggi minorenni che simulano atti contro natura” (in realtà un bimbo e una bimba che si danno un bacino a fiori di labbra). L’unica prova è un video di 30 secondi che mostra il giochino senza alcuna contestualizzazione, ma questo è bastato per far intervenire il ministero del commercio per proibire la vendita di “caramelle che promuovano la depravazione e la dissolutezza infantile” (sic!).

Ma la grande moda del momento resta la guerra ai cadaveri di gay e presunti tali nella città santa di Touba: dopo il divieto di seppellire Mbaye Wade, un uomo originario del luogo ed emigrato in Belgio, dove aveva un compagno, le autorità locali hanno rifiutato una sepoltura anche al corpo di Pierre Daneza, un presunto omosessuale francese che viveva nella città, e di Souleymane F., un venditore di cosmetici senegalese. Nel caso di quest’ultimo, un gruppo di giovani fanatici ha mostrato alcune immagini che dimostrerebbero l’omosessualità del defunto alla famiglia che ne accompagnava la salma. In tutto questo di veramente contro natura c’è solo la meschineria di chi non sa rispettare neppure i morti.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì

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