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Oggi arresta una decina di donne immorali perché fanno sesso prima del matrimonio e forse si prostituiscono. Domani arresta una ventina di uomini immorali perché vendono preservativi. Dopodomani arresta una trentina di adolescenti immorali perché consumano marijuana. Harun Ibn-Sina, il comandante degli Hisba Corps, la polizia religiosa dello stato di Kano, nella Nigeria settentrionale, ha una vera e propria passione per gli arresti di massa di persone che giudica immorali. Ma la sua passione più grande è finire sui giornali, dove accompagna l’annuncio delle sue ultime imprese ad accorati appelli ad “abbandonare la cattiva strada“, ad “avere paura di Dio” e a “seguire il vero islam“, che ovviamente coincide con le sue idee.

Ibn-Sina di solito riesce a conquistarsi un bell’articolo un giorno sì e l’altro pure, ma la sua fame di notorietà è insaziabile: quando non riesce ad arrestare qualche dozzina di “immorali”, non può fare a meno di lanciare una nuova idea che lo catapulti di nuovo sotto i proiettori. Così a inizio luglio ha deciso di proibire l’uso di manichini negli spazi pubblici e privati, compresi supermercati, boutique di moda e atelier di sartoria, perché violano le regole del suo “vero islam” personale e perché “sono responsabili di alcuni pensieri immorali” (sic!). La regola non si applicherà però ai manichini senza testa, che evidentemente secondo Harun Ibn-Sina non inducono in tentazione: il comandante forse è un feticista degli zigomi di plastica…

Caccia all’omosessuale

Ora immaginatevi quanto può aver gongolato un personaggio del genere per l’arresto di cinque ragazzi, tutti di circa 20 anni, dopo che i loro vicini li hanno accusati di essere omosessuali. A quanto pare, non c’è nessuna prova e quindi difficilmente saranno condannati dal tribunale (ma corrono comunque pesanti rischi perché ormai sono additati dalla società come pervertiti). In altre parole, si è trattato dell’ennesimo crudele show di Ibn-Sina, che si è fatto da solo i complimenti per il “raid speciale” (sic!) che ha portato agli arresti e poi ne ha approfittato per fare il suo solito sermone moraleggiante con toni da venditore di pentole, invitando la gioventù a “rigettare le pratiche malsane perché siete i leader di domani“.

Per la polizia religiosa di Kano, comunque, gli arresti di presunte persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali) non sono certo una novità. Solo per citare alcune delle retate più eclatanti, gli Hisba Corps hanno arrestato una dozzina di adolescenti “con sembianze e atteggiamenti femminilinel 2015, 70 minorenni durante una “festa gaynel 2017, 26 giovani maschi vestiti in abiti femminili nel 2019, 15 presunti omosessuali nel 2020… Non si hanno numeri, ovviamente, sulle persone arrestate e subito rilasciate dietro pagamento di una bustarella, ma si sa che si tratta di una pratica molto comune. Evidentemente, nel meraviglioso mondo di Ibn-Sina, le tangenti non sono immorali.

Pier Cesare Notaro 
©2021 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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Pier Cesare Notaro: “Antifascista, attivista per i diritti delle persone LGBTQIA e delle persone migranti, dottore di ricerca in scienze politiche, mi sono interessato da subito ai temi dell’intersezionalità” > leggi tutti i suoi articoli

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